Castel Pelino: il sogno di unire Valle Peligna e Alto Sangro con la guida di Angelo Caruso
Questa volta la provocazione lanciata da “Il germe” ha fatto centro, trasformandosi in un dibattito che ha acceso gli animi di un’intera comunità. Quella che inizialmente sembrava una boutade invernale, paradossale quanto improbabile, si è rivelata un’idea sorprendentemente accattivante.
Il telefono del sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, è letteralmente andato in fiamme sotto una pioggia di chiamate e messaggi di congratulazioni. La proposta di una sorta di fusione ideale tra la Valle Peligna e l’Alto Sangro, sotto la guida di Caruso, sta trovando sostenitori a ogni latitudine.
Una metafora su tutte sembra calzare a pennello: Caruso come un re Mida, capace di trasformare il piombo in oro. L’immagine ben si addice a un amministratore che ha dimostrato più volte di saper valorizzare il territorio, trasformandolo in una risorsa di eccellenza. Non stupisce, dunque, che questa visione abbia fatto breccia nei cuori e nelle menti di molti, consolidando la figura di Caruso come l’uomo giusto al posto giusto.
Un’idea che unisce, ma brucia
La candidatura simbolica del sindaco castellano ha acceso entusiasmi, ma anche qualche mal di pancia. Se da un lato c’è chi applaude alla prospettiva di un trait d’union tra due aree che condividono storia e tradizioni, dall’altro non manca chi storce il naso.
I più critici provengono proprio dall’Alto Sangro, dove qualcuno fatica a digerire l’endorsement per il primo cittadino di Castel di Sangro. Ma al di là delle critiche locali per una visibilità smisurata, l’idea sembra essere accolta con entusiasmo ben oltre i confini dei monti dell’Arazecca e Spino Rotondo, dove molti sognano che questa “manna dal cielo” si concretizzi in una vera opportunità di sviluppo.
Per ora, 16 mesi di “contratto” assicurati
L’idea, per quanto ancora embrionale, richiama inevitabilmente il recente esempio della “Grande Pescara”, che ha visto l’idea di unire Pescara, Montesilvano e Spoltore in un’unica entità urbana. Potrebbe un giorno nascere una “Castel Pelino”, come qualcuno ha scherzosamente ipotizzato, unendo simbolicamente Castel di Sangro e l’area Peligna sotto un’unica visione strategica?
Come accade nel calciomercato, c’è sempre il rischio che un top player venga richiesto altrove. Per ora, però, Caruso rimane saldo sulla sua panchina, almeno per i prossimi 16 mesi, pronto a guidare Castel di Sangro con lo stesso entusiasmo e capacità che lo hanno reso una figura di spicco.
Il futuro? Nessuno può dirlo con certezza, ma una cosa è sicura: se il sindaco fosse davvero in vendita, ci sarebbero molte squadre pronte a contenderselo a suon di applausi e “chiamate di congratulazioni”.
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.