Straordinaria scoperta a Castel di Sangro: riemerge un manufatto ipogeo del XIX secolo
Grazie alla passione e all’acume di Umberto Cioffo, instancabile ricercatore locale, e ai preziosi suggerimenti ricevuti da Adriano Ricchiuto, Castel di Sangro aggiunge un nuovo capitolo al suo già ricco patrimonio storico. È venuta alla luce una struttura ipogea in laterizio, celata per oltre un secolo, che rappresenta un simbolo di una comunità operosa e profondamente legata alle proprie radici.
La scoperta: un’opera celata dal tempo
Durante le prime fredde giornate del nuovo anno, mentre percorreva uno dei sentieri che attraversano le campagne circostanti il colle, Umberto Cioffo si è imbattuto in un reperto nascosto tra la terra e la vegetazione. Si trattava di un manufatto in laterizio, le cui linee e materiali vetusti destavano immediato interesse.
Cioffo, intuendo l’importanza della scoperta, ha geolocalizzato l’area e informato prontamente le autorità. La notizia ha raggiunto il sindaco di Castel di Sangro Angelo Caruso, che, in accordo con il ricercatore, ha coinvolto il direttore del Museo Aufidenate Arch. Mario Rainaldi.
Durante un primo sopralluogo, al quale ha partecipato anche la nostra redazione, è stato escluso che la struttura potesse essere una trincea bellica o un ricovero di emergenza. L’esecuzione precisa delle opere murarie e l’assenza di elementi precari indicavano, infatti, una progettazione accurata e duratura.
Un mistero svelato sotto terra
La discesa nella struttura, condotta congiuntamente dal direttore del Museo e da Umberto Cioffo, ha rivelato dettagli fondamentali. Due nicchie laterali con sedute suggerivano una funzione specifica e ben definita dell’ambiente. La posizione, a circa 300 metri dall’area del vecchio campo di tiro a segno di Castel di Sangro, ha spinto il direttore Rainaldi a formulare un’ipotesi affascinante: il manufatto sarebbe stato un supporto logistico per gli ‘zappatori‘ del campo di tiro.
Questi zappatori svolgevano un ruolo cruciale: verificavano i punti d’impatto dei proiettili sui bersagli e segnalavano i punteggi ai tiratori. Grazie a un ingegnoso sistema di carrucole e funi ancorate ai muri, i bersagli potevano essere sollevati e abbassati, rendendoli visibili ai tiratori solo al momento dello sparo. I fori presenti sulle pareti del manufatto rappresentano una testimonianza concreta di questo meccanismo.
Un tassello nella storia del tiro a segno
La struttura, risalente alla fine del XIX secolo, si allinea perfettamente con i documenti dell’epoca, tra cui planimetrie e dati catastali, che confermano la presenza di un’attività di tiro a segno particolarmente fiorente già a fine Ottocento in quell’area.
Questa scoperta arricchisce la conoscenza storica del tiro a segno tra le attività sportive e ricreative di Castel di Sangro, città che vanta una lunga tradizione legata allo sport.
Uno sguardo al futuro
La scoperta apre la strada a nuove ricerche e pubblicazioni scientifiche che approfondiranno l’argomento. Per Castel di Sangro, questo ritrovamento rappresenta un’opportunità straordinaria per valorizzare ulteriormente il suo patrimonio storico-culturale.
Come sottolinea il direttore del Museo Aufidenate Rainaldi: “Siamo solo all’inizio di questa avventura e non vediamo l’ora di condividere con la comunità ulteriori dettagli e risultati. Questo manufatto rappresenta una testimonianza tangibile del passato e un’eredità preziosa per le generazioni future.”
La storia di Castel di Sangro, grazie a uomini come Umberto Cioffo e alla dedizione di tanti, continua a stupire e a narrare il legame indissolubile tra il passato e il presente.
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