Abbattimento selezionato dei lupi, rinviato il provvedimento
Per il WWF questo rinvio rappresenta una autentica polizza assicurativa sulla vita del Lupo, richiesta a gran voce dalla maggioranza dei cittadini italiani. Il Piano ritorna adesso in discussione in sede tecnica ma il confronto con tutte le parti interessate dovrà partire da un punto fermo: l’abbattimento legale del Lupo non può essere un metodo ordinario di gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche.
“Il WWF da oltre due anni ha evidenziato al Ministero, anche con osservazioni tecniche, i nodi che oggi sono venuti al pettine – In particolare abbiamo sempre sostenuto che le misure di prevenzione del Piano erano correttamente individuate ma che in assenza di finanziamenti specificatamente previsti queste sarebbero rimaste solo virtuali- ha continuato Donatella Bianchi – Dal piano andavano stralciati gli abbattimenti e andavano previsti tempi e risorse congrue. Molte delle nostre richieste, rimaste inascoltate, rispecchiano proprio alcune delle problematiche che le Regioni stesse stanno sollevando. L’auspicio, ora, è che si torni ad un confronto sereno e costruttivo con tutti i soggetti interessati per arrivare rapidamente all’approvazione di un Piano con azioni concrete ed efficaci che escluda gli abbattimenti legali ,disciplinando l’applicazione della possibile deroga prevista dalla Direttiva UE Habitat solo in casi eccezionali ed ultima opzione attuabile solo dopo l’attuazione del Piano e verifica dei risultati raggiunti”.
Il Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia dovrà dare priorità agli interventi per la prevenzione ed un equo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, al contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane – lupo ed alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia. Ministero dell’Ambiente e Regioni dovranno indicare le risorse necessarie per l’attuazione delle azioni previste con una ripartizione degli oneri nei rispettivi bilanci, senza ulteriori costi per i bilanci pubblici ma con la definizione di opportune priorità di spesa.
Il WWF non comprende perché il ministro Galletti, abbia voluto a tutti i costi difendere la possibilità degli abbattimenti, enfatizzando i 70 studiosi che lo avrebbero suggerito. Nel Piano stesso, quando si indicano i nomi degli esperti che hanno fornito contributi utili alla stesura del Piano è chiaramente esplicitato “l’inclusione in questo elenco non implica la condivisione del Piano”. Inoltre come tutte le questioni che hanno a che vedere con le modalità di gestione della complessa relazione uomo-natura è bene che esse abbiano sempre come base la migliore conoscenza scientifica disponibile ma la scelta di una soluzione non è squisitamente tecnica ma è fondamentalmente politica.
Tra le osservazioni poste al Ministero dell’Ambiente da due anni, il WWF aveva posto il tema dei tempi congrui per l’applicazione delle misure di prevenzione, (24-36 mesi) , risorse specifiche per queste messe a disposizione sia dallo Stato che dalle Regioni e preventivamente concordate, procedure più snelle per l’indennizzo di agricoltori e allevatori. Infine, l’apertura di un apposito tavolo tecnico per il monitoraggio e valutazione delle azioni poste in essere dalle Regioni e stralcio degli abbattimenti selettivi sul lupo.
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