Alto Sangro Turismo, Alba: “Senza servizi crolla nostro rating turistico”
In Alto Sangro non si riesce proprio a digerire il depotenziamento della struttura ospedaliera di Castel di Sangro. A riprova di questo, il malumore generale tutti gli operatori del settore turistico che esprimono preoccupazione sulle sorti di un territorio già depauperato di tanti servizi.
Scende in campo a favore della causa anche Alto Sangro Turismo: “Tagliare la quantità e la qualità delle prestazioni sanitarie dell’ospedale di Castel di Sangro, significa ridurre pesantemente il rating turistico di tutto l’Alto Sangro. La Regione Abruzzo e i vertici dell’azienda sanitaria dovrebbero accompagnare gli sforzi che gli operatori del turismo portano avanti e, invece, ci troviamo a fare i conti con delle decisioni che non solo non ci supportano ma addirittura, come in questo caso, ci ostacolano e puntano ad isolare ulteriormente le aree interne”.
Il Presidente della Dmc Alto Sangro Turismo, Ernesto Paolo Alba, esprime una critica severa alla decisione dell’Asl 1 di sospendere il servizio di chirurgia di emergenza all’ospedale di Castel di Sangro. “Siamo stufi di assistere a determinazioni adottate esclusivamente con criteri ragionieristici – ha aggiunto Alba – se non superiamo questa modalità di affrontare i grandi temi, presto in questo territorio non resterà nulla. Bisogna invertire la rotta e bisogna farlo prima in termini politici e poi con le relative decisioni dei tecnici.
L’Alto Sangro in termini turistici è un’eccellenza della Regione, un “prodotto” da mettere in vetrina e da valorizzare sul mercato – ha poi spiegato il numero uno della Dmc – per questo ha bisogno di risposte figlie di una strategia di sostegno alle aree montane ed interne che sia vera e non di facciata. Le stesse risposte che noi poi dobbiamo trasferire alle migliaia di turisti che raggiungono le nostre piste da sci e l’area del Parco sia d’estate, sia d’inverno. Senza servizi sanitari come quello di chirurgia di emergenza non riusciremo più ad impostare una politica turistica per le famiglie e per la terza età. Senza dimenticare – ha concluso Alba – che la gente che vive nel nostro territorio ha lo stesso diritto di accedere ai servizi sanitari di quella che vive nelle altre aree dell’Abruzzo. Molte Regioni decidono di incentivare chi, nonostante gli evidenti svantaggi, decide di restare a vivere e a operare nelle zone montane. Qui invece sembra che ci sia una strategia per spingerci ad andare via: noi questa strategia la vogliamo rispedire con forza al mittente”.
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