“Altra Neve” – prende la parola Nicola Cimini, ex direttore del Parco della Majella
Sul corrierepeligno.it, in data 17 marzo 2018 , è stato pubblicato un articolo, desunto da un Comunicato Stampa del Parco Nazionale della Majella, dal titolo “A proposito di altra neve il Parco dice basta polemiche“.
In verità il testo virgolettato dell’articolo è costituito da una aperta sconfessione della passata gestione dell’Ente, accusata di non aver avuto alcun dialogo con le comunità locali e dall’elogio della presente gestione che agirebbe in armonia e sintonia con le collettività locali.
Al riguardo e solo per rispetto della verità, va precisato che l’attuale gestione è li a “gestire” dal 2011, anno in cui Franco Iezzi venne nominato Commissario Straordinario: quasi otto anni, un’eternità in cui solo per restare all’Italia abbiamo assistito alla caduta del governo Berlusconi, all’ascesa di Mario Monti, poi di Letta quindi Renzi, infine Gentiloni. Loro lì, immobili, capaci solo di parlare male del passato e del nemico esterno per nascondere le inefficienze gestionali e per mascherare il frenetico attivismo dedicato ai tentativi di smantellare la legislazione e gli strumenti del Parco, al fine di fare spazio ad interventi devastanti sulla montagna, a piani regolatori sovradimensionati per centinaia di migliaia di mc. ed a tanto altro ancora.
Si trascrive la parte più emblematica del Comunicato, così come riportata dal corrierepeligno.it “il nuovo assetto rende più fluido il dialogo tra Parco Ente e Parco Comunità, fino a qualche anno fa praticamente inesistente. Oggi, la qualità dei sindaci, le recenti scelte degli organi del Parco su Piano e Regolamento e la normativa nazionale consentono di immaginare davvero un futuro nuovo per i parchi in generale e quello della Majella in particolare, fondato sul dialogo e non più sulla rigida osservanza di posizioni per lo più ideologiche”.
Demagogia pura ed offesa a quei sindaci, veri padri nobili dell’istituzione del Parco Nazionale della Majella e che, nella passata gestione “ideologica” hanno lavorato per l’organizzazione e lo sviluppo del Parco Nazionale della Majella: Giuseppe Dionisio, sindaco di Lettomanoppello, Presidente della Comunità del Parco e poi Commissario, Francesco D’Atri, sindaco di Caramanico Terme, Presidente di Comunità Montana e componente il Consiglio Direttivo del Parco, Liborio D’Amore, sindaco di Caramanico Terme e componente il Consiglio Direttivo del Parco, Silvina Sarra, sindaco di Bolognano e componente il Consiglio Direttivo del Parco, Rocco Micucci sindaco di Rapino, componente il Consiglio Direttivo del Parco e Presidente f.f. poi, Franco Caramanico, sindaco di Guardiagrele ed Assessore Regionale all’Ambiente poi, ai sindaci di Fara San Martino e Lama dei Peligni del periodo, a Palmerino Fagnilli sindaco di Pizzoferrato e tanti altri ancora.
Sono stati questi sindaci, sotto la guida delle varie Presidenze, ad aver adottato tutti i principali strumenti, a partire dal Piano del Parco che nonostante i tanti, maldestri tentativi di stravolgimento, resiste ancora, così come pubblicato in Gazzetta, a quello per lo Sviluppo Socioeconomico, adottato dalla Comunità del Parco d’intesa con l’Ente Parco ed ai principali programmi di sviluppo restauro ambientale e tutela. Investendo, sulle scelte deliberate dai Comuni e su immobili messi a disposizione degli stessi, oltre 100 milioni di euro e provvedendo all’assunzione di oltre 60 unità a tempo indeterminato. Da allora il deserto assoluto. Solo sagre a Sulmona. Basta consultare i Bilanci preventivi degli ultimi anni per rendersi conto del fallimento totale. Entrate derivanti esclusivamente da trasferimenti per spese correnti. Nulla per investimenti, tanto da non aver adottato, da anni, il Programma per le Opere pubbliche, per mancanza di entrate per investimenti.
Un’ultima considerazione riguardo il consenso. Precisato che il consenso a tutti costi non è indice di corretta amministrazione anzi è proprio il contrario, è vero comunque che il Parco dei Padri Nobili, ha goduto di ampio consenso presso le comunità locali, che avevano apprezzato l’opera del Parco, considerato l’artefice del miglioramento dell’economia dell’area, al pari dell’Europa che aveva premiato il Parco per la corretta simbiosi fra esigenze di conservazione ed esigenze di sviluppo delle collettività locali.
Risulta perlomeno opinabile l’auto attribuzione di consenso della gestione attuale, tenuto conto soprattutto della sonora sconfitta elettorale subita nei paesi in cui i principali esponenti di questa, a partire dal vicepresidente, rivestono la carica di Sindaco o assessore, a vantaggio di quel partito che ha nella tutela e conservazione delle aree protette uno degli elementi cardine.
Ed infatti i risultati elettorali hanno del clamoroso: a Palena dove il vicepresidente facente funzioni di Presidente del Parco, riveste la carica di Sindaco il suo partito – PD – ha ottenuto il consenso di appena il 17,84% degli elettori , mentre il Movimento 5s ha ottenuto il 58,86 % dei consensi e la destra il 18,35%; a Caramanico Terme , feudo del Sottosegretario alla Presidenza della Giunta, dove il sindaco – PD – , uno dipendente del Parco molto attivo nella politica, il suo partito ha ottenuto appena il 17,72 % dei voti, meno della Lega che ha ottenuto il 19,23% e meno della metà di quelli ottenuti dal M5s; a San Valentino dove un altro dipendente del Parco molto attivo nella politica ed assessore ha ottenuto il 20,72% superato dalla destra con il 28,53 e doppiato dal Movimento 5s con il 39,46%; Lettomanoppello, feudo del Presidente della Giunta Regionale, dove il PD ha ottenuto appena il 31,63% dei voti contro il 42,99 del M5s. Si potrebbe continuare all’infinito.
Consenso? No! Un vistoso palese dissenso ed un chiaro invito a dedicarsi ad attività meno impegnative di una sana politica di tutela e sviluppo di un’area protetta, che, nella specie, è un Parco Nazionale, secondo in Italia solo al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e non il classico parchetto comunale.
Nicola Cimini
già Direttore del Parco Nazionale della Majella
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