Il Generale Conti scrive a Renzi: ” Prevalga il buon senso, non si abolisca il Corpo Forestale dello Stato”
L'alto ufficiale abruzzese esprime dissenso per le decisioni del governo
Il sulmonese Guido Conti, Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato in Umbria, ha scritto una lettera “aperta” al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla necessità di far rimanere in vita un’importante istituzione dello Stato. Ne diamo pubblicazione.
“Mio Padre era un Ispettore Generale del Corpo Forestale dello Stato. Ed ha dedicato 40 anni della propria vita al CFS. Trasmettendo a me nessuna ricchezza. Ma un testimone morale. Fatto di passione, rettitudine, amore per la natura e il Corpo che la difende. All’epoca ha rimboschito, piantato e fatto piantare milioni di alberi. Srotolava tutto contento progetti su progetti di rimboschimenti di montagne brulle e arse in ufficio e a casa sul tavolo in tinello. Resuscitandole a nuova vita. Ricordo l’energia e l’attenzione che poneva nel percorrere, ispezionare, consigliare, dettare, manco fosse roba Sua. Ma poi capii che lo era. Anche Sua. Nostra. Compresi li osservando, il concetto di Bene Comune. E di sacralita’ del lavoro. Migliaia gli operai impiegati nei cantieri a far buche in montagna. A rinverdire sistemare proteggere.
Ero ragazzino, e un giorno mentre eravamo nella faggeta di Val Fondillo in Abruzzo mi permisi di chiedergli come mai andava poco… a messa. Avevo 10 anni. Stette un istante, mi guardo’ sorridendo che ancor mi pare di vederlo, poi serio aggiunse: “Io Nostro Signore lo incontro qui. Queste sono colonne, e guardo’ gli alberi, di una cattedrale talmente potente che mai nessun essere umano potra’ edificare.” Si giro’, e proseguì il collaudo di quel bosco. Come se niente fosse. come se fosse normale, parlare cosi’, ad un ragazzino di dieci anni. Io ho continuato, umilmente, a percorrere le Sue orme. In quello stesso bosco ideale. Districandomi pero’ non tra selve, ma tra leggi, indagini, intercettazioni, fascicoli, che parlano di traffici di rifiuti pericolosissimi, di acque avvelenate, di corruzioni e tanta tanta fatica, per il bene di tutti quei bimbi, di quegli uomini e donne, che lottano ogni giorno contro malattie nuove, Oncologiche le chiamano, senza sapere come l’abbian contratte.
Noi, Sig, Presidente, io e i miei soliti quattro gatti, crediamo di saperlo, come. Al sentire Ella, giorni fa decretare con animo lieto e, mi consenta, assoluta misconoscenza, lo scioglimento di una istituzione benemerita bisecolare e carica solo di DIGNITA’ , abnegazione ed efficienza, mio Padre è morto due volte. Ed insieme a lui decine di migliaia di uomini che nella nostra Missione, perche’ tale e’ lo spirito che ci anima, hanno creduto e credono. E questo non posso permetterlo. Senza battermi fino in fondo. Perche’ trionfino equilibrio e buon senso. Me lo chiedono la Sua memoria e la dignita’ di uomini e donne che hanno creduto e credono in quello che fanno. A volte fino al sacrificio della propria vita.
Che fosse tra le fiamme o in conflitto a fuoco, a soccorrer sepolti tra le macerie o roteando spericolatamente sulle fiamme alte a bordo di mezzi aerei. Rifletta, Sig. Presidente, unitamente magari a qualche Suo cattivo consigliere. Perché tra l’altro Ella sta tagliando l’unica fdp con il bilancio…in pari. Che non costa nulla. E non ha debiti. Al contrario di infinite e voraci partecipate regionali e statali ad esempio, o dei tanti carrozzoni sacche di sperpero e sottopolitica. Noi non si fa questo mestiere… per un piatto di lenticchie. Ne viceversa per trenta denari. Non si fa per speranza di chissa’ qual premio. Ne per timor di punizioni. Si fa per INTIMO convincimento. Le cose buone non si gettano, soprattutto le poche rimaste. Si migliorano, si accudiscono e fortificano. A maggior lustro della Nazione, ed in amore e in difesa delle cose piu’ belle e sacre del Creato. E dei fratelli Italiani.
Io e i miei collaboratori Le auguriamo tutti di cuore buon lavoro. E migliori consigli.
Viva il Corpo Forestale. Viva l’Italia.”
Guido Conti
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