Il punto di vista – Lo strabismo del Parco d’Abruzzo
Le ultime vicende che hanno visto come protagonista la dirigenza dell’Ente Parco sono, per i cittadini, motivo di grande preoccupazione circa il ruolo che il Parco stesso svolge nel territorio. Partendo dal depuratore a servizio dei Comuni di Pescasseroli e di Opi e dalla farsesca storia, quasi surreale, della strada dei prati d’angri e passando per le intrigate e incomprensibili lungaggini per la concessione dei permessi di adeguamento delle piste da sci nel bacino sciistico del Comune di Pescasseroli, arriviamo al parere negativo sul piano di recupero della zona C.
Fra le altre motivazioni tecniche che hanno determinato il parere negativo dell’Ente sul piano di recupero della zona C colpisce la mancanza di INTESA fra il Comune di Pescasseroli e l’Ente Parco. Ebbene la zona di espansione C è normata da ben due strumenti urbanistici adottati, approvati e, anche se decaduti, tutt’ora vigenti almeno nelle misure di salvaguardia: il PRG e il Piano Particolareggiato Il Piano Particolareggiato (PP) redatto dall’Arch. Cruciani nel 1984 e approvato in via definitiva dal Comune di Pescasseroli nel 1990 ha regolamentato, anche se in maniera spesso disordinata, l’espansione urbanistica della zona C, in attuazione del Piano Regolatore Generale.
Parliamo quindi di una zona urbanizzata e da completare e oggetto di un Piano di Recupero che necessariamente fa riferimento e interagisce con gli strumenti urbanistici preesistenti i e con la nuova variante al PRG. Allora la famosa Intesa cosa dovrebbe riguardare? Un’area già normata e oggetto di svariate Intese fra Comune di Pescasseroli e Ente Parco? E se le Intese già ci sono a cosa seve una ulteriore Intesa?
La prassi delle INTESE, sviluppata e praticata negli anni, è stata adottata perché l’Ente Parco non è riuscito a dotarsi, come prevede la L394 , degli strumenti di programmazione e di pianificazione urbanistica del territorio (Piano del Parco e Piano Socio Economico) e allora si ricorre alle Intese che spesso diventano strumento di ritardo, di intralcio e sovente anche di impedimento allo sviluppo del territorio, contribuendo ad alimentare la piaga dell’abusivismo!
Lo strabismo del Parco, che negli ultimi tempi si manifesta in modo sempre più frequente, preoccupa i cittadini. Il Parco sta perdendo la sua funzione di terzietà per diventare sempre più di parte o peggio di partito!
Silvano Di Pirro
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