La tesi di Ilaria Matta vince il Premio “Contratti di Fiume 2020”
Riconoscimento ai lavori di decementificazione del Sangro tra Villa Scontrone e Castel di Sangro, a quarant'anni dal progetto che trasformò il fiume in un canale
Quarant’anni dopo l’avvio del progetto di canalizzazione del fiume Sangro tra Villa Scontrone e Castel di Sangro, una tesi di laurea sui lavori di decementificazione di quel tratto vince un premio nazionale.
La tesi di laurea magistrale di Ilaria Matta, dal titolo “Contratto di Fiume del Bacino idrico del fiume Sangro. Decementificazione e rinaturalizzazione del tratto Villa Scontrone-Castel di Sangro” è stata insignita ieri al Museo MAXXI di Roma, tra gli altri, del premio nazionale “Contratti di Fiume 2020”, nell’ambito delle iniziative per i novant’anni dalla nascita dell’Inu (Istituto Nazionale di Urbanistica).
Il premio è bandito per iniziativa del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume e dell’Alta Scuola e con la collaborazione degli enti aderenti al Tavolo, fra i quali Federparchi, Ministero dell’Ambiente e Ispra.
Laureata in Architettura all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara con il massimo dei voti nell’anno accademico 2018/2019, Ilaria Matta – attualmente a Mantova per il Master in “HBIM per il Costruito. Dalla digitalizzazione alla gestione” del Politecnico di Milano – è originaria proprio di Villa Scontrone, dove da anni guida con dinamicità l’associazione ConGiovani.
Alla cerimonia di premiazione c’era anche Ileana Schipani, sindaco di Scontrone dal 2011 ad ottobre 2021, correlatrice della tesi di laurea (relatore il prof. Massimo Angrilli) e, si può dire senza il timore di essere smentiti, vero e proprio deus ex machina dei lavori di decementificazione del Sangro, con un progetto integrato dal punto di vista idraulico e ambientale, sostenuto attraverso fondi comunitari.
Un intervento portato avanti con l’abilità da primo cittadino e la competenza da esperta in materia, che tecnicamente punta a ridurre il rischio idraulico e restituire spazio al corso d’acqua, migliorando l’ambiente fluviale.
Il prestigioso riconoscimento nazionale è un premio alla tesi di laurea del giovane e brillante architetto Ilaria e alla bontà del progetto delle amministrazioni comunali di Scontrone e Castel di Sangro insieme alla Regione Abruzzo, ma porta con sé anche il sapore romantico di una rinnovata rivincita della natura contro il cemento, a quarant’anni di distanza.
Era infatti il 1981 quando partì il primo progetto di canalizzazione: una discussa opera (ad onor del vero, più discutibile che discussa) da trenta miliardi di vecchie lire, finanziata – si motivava all’epoca – per evitare che il fiume straripasse nelle vicine campagne durante i periodi di piena.
Un intervento che per molti – ambientalisti e non solo – aveva in realtà più i connotati dello scempio e che non fu totale soltanto grazie alla strenua resistenza dei residenti, che bloccando le ruspe evitarono la cementificazione del secondo tratto verso Alfedena (era il 1985).
Quello di ieri a Roma non è il primo riconoscimento ai lavori di decementificazione del fiume Sangro tra Villa Scontrone e Castel di Sangro. Nel 2016 gli interventi erano valsi a Parma il premio nazionale “Comuni Virtuosi”, assegnato dall’omonima associazione per la categoria “gestione del territorio”.
Nel 2017 il progetto aveva conquistato il Premio Impresa Cresco Award “Città Sostenibili”, in occasione della 34esima Assemblea Nazionale Anci a Vicenza. Riconoscimenti importanti, che guardano al futuro e che oggi assumono il prezioso valore del risarcimento.
Se non monetario almeno morale, per quell’opera che – probabilmente, molto probabilmente – si poteva evitare.
Vittorio Di Guilmi
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