Neuromed e Luiss, matrimonio siglato a Rivisondoli
Questa, per noi rappresenta un’esperienza unica che nasce da una provocazione ma che porta con sé un obiettivo legato alla formazione dei nostri giovani ed alla cultura della prevenzione. Quello con LUISS è un progetto che ha un valore aggiunto rappresentato dal dinamismo e dalla vivacità intellettuale degli studenti, futuri manager, che acquisiranno conoscenze utili alla loro carriera. Una iniziativa che non si esaurisce con questo approfondimento teorico sull’interconnessione Dieta mediterranea, sport e crisi economica ma che svilupperà progetti successivi tra Fondazione Neuromed e LUISS. Siamo orgogliosi, poi, di essere lo sponsor ufficiale della squadra di calcio e ringrazio per questo il Direttore sportivo Del Bene per aver creduto in questa collaborazione. Mi piacerebbe, infine, che gli studenti venissero a Pozzilli, per svolgere all’interno della nostra struttura approfondimenti tematici legati ai percorsi di studio intrapresi. La Fondazione Neuromed, quindi, continuerà a seguire LUISS non solo nel corso del Campionato di prima categoria Lazio ma anche nell’accrescimento delle competenze dei ragazzi”.
Così il Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa, ha salutato a Rivisoldoli gli atleti della squadra di calcio dell’Università LUISS impegnati nel centro abruzzese per gli allenamenti pre-campionato. Contestualmente presentata l’attrezzatura sportiva, magliette, tute, borsoni, firmate Fondazione Neuromed; l’onlus accompagnerà la squadra di calcio della prestigiosa università romana quale sponsor ufficiale.
Il convegno dal titolo “Dieta Mediterranea e sport: quando la crisi economica minaccia uno stile di vita” ha dato il ‘calcio d’inizio’ alla collaborazione tra le due Istituzioni con cui verranno promossi progetti legati allo sport, alla ricerca ed alla prevenzione secondo una lettura economica e rapportata alla realtà sociale. I ricercatori del Laboratorio di Epidemiologia dell’IRCCS Neuromed si sono confrontati con gli studenti già detentori dei valori dello sport e dell’attività fisica.
“Grazie allo sport la LUISS – ha poi affermato Paolo Del Bene, Direttore dell’associazione sportiva – ha creato una vera e propria famiglia; i nostri ragazzi sono orgogliosi di portare una maglietta con il nome dell’università frequentata e da oggi con la firma Fondazione Neuromed. LUISS fa innovazione e insieme a Neuromed intende formare i ragazzi che, oltre ad imparare il gusto dello stare insieme, imparano a lavorare e produrre risultati e conoscenza. Siamo orgogliosi di avere nella nostra grande famiglia la Fondazione Neuromed che ci porterà a promuovere momenti di formazione vera”.
In rappresentanza del CONI Abruzzo il Dottor De Cecco che ha accolto e portato i saluti del Presidente Imbastaro ai presenti sottolineando il notevole interesse della tematica affrontata. Presente inoltre Leo Cisotta, Responsabile progetto Calcio LUISS che ha ricordato che il 15% dei laureati LUISS lavorano nel settore della sanità per questo la collaborazione con Fondazione Neuromed sarà di estremo interesse per coloro che vorranno intraprendere la carriera manageriale.
A moderare il seminario il professor Giovanni de Gaetano, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed. “Studiare gli stili di vita ed in questo caso la Dieta mediterranea – ha spiegato de Gaetano – presuppone un approccio multidisciplinare. L’attuale sistema sanitario nazionale è impostato sulla malattia, impiegando solo il 4% delle risorse in prevenzione, ma non sul mantenimento dello stato di salute. Il nostro programma di ricerca, Moli-sani, è pensato per potenziare la salute e prevenire le ricerche. Bisogna coinvolgere – ha poi detto de Gaetano – l’individuo nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo umano e nella prevenzione delle malattie; per questo è bene conoscere i fattori di rischio e le migliori pratiche per preservare il nostro organismo dalle malattie. Ed è proprio per questo – ha concluso de Gaetano – che vogliamo discutere di questi temi con dei ragazzi che domani saranno i gestori della nostra società; proprio perché la salute non è un problema del Ministero dedicato bensì di coloro che si occuperanno di gestire la società”. L’essenzialità di predisporre un costante monitoraggio delle condizioni socio economiche di un Paese al fine di realizzare adeguati programmi di salute è stato sottolineato dalla sottoressa Licia Iacoviello, Capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale dell’IRCCS Neuromed, che ha illustrato la relazione di dipendenza tra l’alimentazione, l’attività fisica e la salute tramite i risultati prodotti dallo studio Moli-sani. “
I determinanti socio economici sono considerati indici di progresso di un paese – ha detto Iacoviello che ha poi illustrato i fattori di rischio e di protezione per la salute e l’importanza della Dieta mediterranea diventata patrimonio immateriale dell’umanità. I fattori di protezione quali l’attività fisica e la Dieta mediterranea – ha spiegato Iacoviello – incidono non solo sulla salute ma anche sulla spesa sanitaria di una nazione in quanto riducono il rischio di ammalarsi e di morte; purtroppo solo il 30% della popolazione segue un livello minimo di attività fisica che non è sufficiente a garantire il mantenimento dello stato di salute. Se poi all’attività fisica, moderata o intensa, aggiungiamo la giusta alimentazione possiamo davvero prevenire l’insorgenza di numerose malattie cardiovascolari, oncologiche. La Dieta mediterranea – ha continuato Iacoviello risulta essere la migliore con le sue cinque porzioni di frutta e verdura a giorno, il consumo di pesce e la riduzione di grassi e carne”.
Purtroppo però la crisi economica, che ha allontanato i cittadini dai cibi freschi e sani verso i cibi supercalorici perché meno costosi, ha condizionato fortemente le abitudini alimentari e di vita.
La dottoressa Marialaura Bonaccio, ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale, ha illustrato il rapporto costo-benefici dell’adesione alla Dieta mediterranea. “La salute si muove oggi per fasce di reddito – ha detto Bonaccio – in questo contesto le abitudini di vita risultano essere migliori nelle fasce alte della società vale a dire nei ceti più agiati economicamente. Questo è il profondo divario che ha tracciato la crisi economica a causa della quale oggi il costo del cibo fresco, della frutta, della verdura e delle sane abitudini di vita hanno lasciato il posto a quelle più economiche e meno salutari. Nonostante la Dieta mediterranea sia nata dalle fasce più povere della società, ed in particolare dal Sud Italia, oggi viene seguita prevalentemente dalla fasce più ricche indipendentemente dal grado di istruzione.
Dai dati raccolti – ha continuato Bonaccio – si evince che nel 2005 solo 34% della popolazione seguiva una dieta alimentare equilibrata per arrivare nel 2007 ad un picco negativo del 19%. Questo porta non solo ad avere una popolazione più a rischio ma anche a costi sanitari sempre più alti per il Paese. Oggi il livello di ricchezza influisce sull’alimentazione e, lo abbiamo visto anche in Molise, l’aumento della povertà può produrre seri rischi per la salute”.
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