Orso marsicano, pubblicato dal Pnalm il periodico dedicato alle attività di ricerca, monitoraggio, tutela, educazione e conservazione
Il rapporto orso marsicano, edito dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, giunge alla quinta edizione per riportare in modo esaustivo e completo tutto il lavoro fatto nel 2019 a favore della specie simbolo del Parco. Il lavoro, molto curato anche nella sua veste grafica ed editoriale, dedicato all’orsa Yoga, con un bellissimo ritratto in copertina, dell’artista Graziano Ottaviano, si avvale del contributo delle 3 Regioni direttamente interessate (Abruzzo, Lazio e Molise), dell’Arma dei Carabinieri (grazie al contributo capillare e qualificato con i Carabinieri Forestali), delle tante aree protette interessate dalla presenza dell’orso (Parco Nazionale della Maiella; P.N. del Gran Sasso; Parco Regionale Sirente Velino, Riserva Regionale Monte Genzana Alto Gizio, Riserva Regionale Gole del Sagittario, Riserva Regionale Zompo lo Schioppo), di ISPRA, dell’Università di Roma La Sapienza, dell’Università di Ferrara e di Associazioni di protezione ambientale come il WWF, Legambiente, Salviamo l’Orso, Orso and Friends e Montagna Grande.
Il rapporto 2019 riporta in modo accurato i dati sulle varie attività svolte nel corso dell’anno: monitoraggio, catture, orsi confidenti, misure di prevenzione, accertamento danni e indennizzi, ispezioni del nucleo cinofilo antiveleno, monitoraggio sanitario, attività di educazione e comunicazione e progetti in corso. Ma la pubblicazione è anche l’occasione per dare conto del lavoro svolto da tutti i soggetti, istituzionali e non, che a vario titolo sono coinvolti nella tutela della specie con aggiornamenti dalle Regioni e dalle aree protette, il contributo, sempre importante, delle associazioni, e le pubblicazioni scientifiche più recenti.
Il 2019 sarà sicuramente ricordato come l’anno del record delle nascite, ben 16 nel solo territorio di competenza del PNALM, a cui vanno aggiunti altri 4 cuccioli dell’anno individuati in territori molto lontani della core area. Il dato, significativo di suo, è importante perché mantiene il trend registrato nei 3 anni precedenti, con nascite sempre a doppia cifra, a dimostrazione evidente che, fra i tanti, il cibo non è un problema per l’orso marsicano, la cui popolazione ha dimostrato una grande vitalità. Significativa anche la conferma di quanto importante sia la rete di aree protette presente sul territorio per assicurare la possibilità di colonizzare nuove aree, esterne alla core area del PNALM, ma facilmente raggiungibili. E questo aspetto apre la grande criticità, legata ora come negli anni ’70, al frazionamento dell’habitat e all’esigenza di assicurare continuità tra i tanti territori con grande idoneità, per la vita dell’orso. Proprio questa criticità, e l’esigenza di colonizzare nuove aree, hanno determinato gli ennesimi incidenti stradali e quindi la morte di due femmine in età riproduttiva, fatto questo che certamente peserà nei prossimi anni.
Altro dato di particolare rilievo che emerge dal rapporto 2019 è legato all’importanza del monitoraggio su larga scala, in tal senso il lavoro della Rete di Monitoraggio Abruzzo e Molise, formalizzata nel 2017 tra aree protette, Regioni e Carabinieri forestali, ha consentito, grazie anche al raccordo continuo e costante con quella del Lazio, di documentare, attraverso la verifica delle segnalazioni e le analisi genetiche, la presenza di orsi nei territori esterni al PNALM e alla sua ZPE, e, tra questi, nuovi genotipi nella popolazione di orso bruno marsicano.
“Il 2019 – dichiara il Direttore Luciano Sammarone – è stato sicuramente l’anno delle conferme, sia positive, con i tanti cuccioli nati in un anno solo, sia con le criticità, legate alle cause di morte. Ma è stato anche l’anno in cui lo sforzo di tutti gli enti e le associazioni coinvolte nella tutela della specie hanno dato un segnale univoco in termini di raccordo e coordinamento, come risulta dalle attività delle due reti di monitoraggio, che speriamo presto si possano unificare, ma anche dalla tragedia di Natale, con la morte per investimento di una femmina che ha mobilitato tanti soggetti per assicurare la salvaguardia del cucciolo rimasto orfano, e trovando supporti importanti anche nel mondo venatorio e nell’ANAS.
L’anno passato ha regalato tanti avvenimenti dal sapore agrodolce come dimostrano il tentativo, riuscito grazie alla determinazione ed alla grande competenza delle biologhe del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, di ricongiungere un cucciolo con proprio nucleo familiare, o l’altro, di verso opposto, che ha visto una femmina perdere uno dei suoi tre cuccioli a causa di uno sciagurato comportamento di persone poco accorte e interessate a raccogliere pochi fotogrammi da postare in rete, confermando che troppo spesso a tanti, troppi, non è chiaro il confine, tra noi e la Natura, che va rispettato, per meglio tutelare specie ed ecosistemi dagli equilibri molto delicati“.
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