Pescocostanzo – Bosco di Sant’Antonio, Sciullo: “Pronto al confronto, ma si mettano da parte i pregiudizi”
“Essere definito impreciso, superficiale e pressapochista, come la maggior parte dei sindaci dell’Abruzzo, da chi non conosco e da chi non mi conosce, dimostrano la protervia e l’arroganza di certi personaggi, i quali senza nemmeno aver visto il progetto emanano sentenze senza appello”. Risponde a tono il sindaco di Pescocostanzo Roberto Sciullo alle accuse lanciate dall’associazione “Salviamo l’Orso” sempre sulla questione dell’innevamento artificiale e l’edificazione di una piccola struttura nella zona del Bosco di Sant’Antonio.
“L’idea progettuale – continua il sindaco – che allo stato è, e resta un’idea, non interessa il Bosco di Sant’Antonio in quanto tale, ma verrebbe realizzata in un’area limitrofa, che sarebbe piu’ corretto definire pascolo arborato, e cioè un bene monumentale grazie all’intervento umano dei quei cittadini di Pescocostanzo, che negli anni passati intervennero sul bosco con la capitozzatura delle piante; motivo per il quale il bosco è stato insignito del premio internazionale Carlo Scarpa dalla Fondazione Benetton negli anni passati e che è stato sempre gelosamente custodito proprio dai cittadini pescolani. Ricordando per tutti la battaglia di Benedetto Rainaldi.
Alcuni di questi signori forse nemmeno sanno che difficilmente si puo’ trovare uno sport piu’ eco sostenibile dello sci di fondo e che lo stesso si pratica nel Bosco di Sant’Antonio da quasi mezzo secolo, senza aver minimamente intaccato l’ecosistema naturale. Inoltre, confermo che l’idea fu oggetto di discussione con l’allora presidente del Parco Nazionale della Majella Franco Iezzi. Il fatto stesso che dello sci di fondo e dell’eventualità palesata del progetto se ne sia parlato in un convegno denominato “L’altra neve”, organizzato dal Parco, la dice tutta sull’intera vicenda. Se gli attuali soggetti oppositori fossero vissuti quando iniziarono le attività sportive nel Bosco di Sant’Antonio, lo sci di fondo non sarebbe mai esistito.
L’intervento, lo ripeto, vuole semplicemente adeguare una struttura non piu’ consona alle esigenze degli utenti e prevedendo un solo cannone mobile. Basterebbe andare in aree protette delle alpi per rendersi conto che quanto detto rappresenta la normalità. Come già detto, si tratta solo di un’idea allo stato embrionale e quindi non si riesce a comprendere come certe persone possano emanare lapidarie sentenze senza appello non avendo nemmeno visto uno straccio di carta. Comunque sono disponibile a discutere l’idea progettuale con chicchessia abbia il coraggio di metterci la faccia e che si appresti al dialogo senza alcun tipo di pregiudizio. Voglio ricordare che se il Bosco di Sant’Antonio è una Riserva naturale, lo si deve proprio ai cittadini che lo hanno sempre salvaguardato, coniugandolo con le esigenze de cives”.
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