Pnalm, le faggete vetuste patrimonio Unesco
Il primo marzo, il settore cultura dell’UNESCO ha comunicato l’esito favorevole dell’esame della documentazione presentata nel fascicolo di candidatura delle faggete vetuste a Patrimonio mondiale dell’umanità. Lo scorso 28 gennaio, infatti, è stato presentato a Parigi dalla delegazione Austriaca presso l’Unesco, il dossier di candidatura per l’iscrizione alla World Heritage List UNESCO delle “Primeval Beech Forests of the Carpathians and other regions of Europe”. Questo è il nome che è stato dato alla rete di faggete vetuste europee costituita da 67 siti afferenti a 10 paesi Europei (Austria, Albania, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Polonia, Romania, Slovenia, Spagna) che si aggiungono a Ucraina, Slovacchia e Germania, che hanno già avuto il riconoscimento UNESCO. Il dossier è stato sottoscritto dai rappresentanti degli Stati facenti parte della rete delle faggete vetuste candidate. L’Italia offre un contributo considerevole alla rete, partecipando con 10 siti di “eccezionale valore universale” per una superficie di 2127 ettari, e rappresenta, dopo la Romania, il Paese con il maggior numero di siti.
Nel territorio del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, sono stati individuati 5 nuclei di faggeta per una superficie complessiva di 937 ettari, afferenti ai demani civici di Villavallelonga (Valle Cervara), Lecce nei Marsi (Moricento), Pescasseroli (Coppo del Principe e Coppo del Morto), Opi (Val Fondillo). Queste aree si distinguono per la loro elevata naturalità, caratterizzata da un mosaico di forme strutturali appartenenti a tutte le fasi del ciclo della faggeta, e ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale (circa 560 anni). La faggeta della Val Cervara è, inoltre, l’unico esempio conosciuto di foresta di faggio primaria in Italia. Con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, partecipano a questo riconoscimento UNESCO la faggeta di Sasso Fratino (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi), della Foresta Umbra (Parco Nazionale del Gargano), di Cozzo Ferriero (Parco Nazionale del Pollino), del Monte Cimino (Soriano nel Cimino) e di Monte Raschio ( Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano). Dopo la verifica della documentazione, si apre ora la fase di accertamento sul campo, per cui le nostre faggete, nei prossimi mesi, saranno oggetto di valutazione da parte di esperti internazionali dell’IUCN (Unione Internazione per la Conservazione della Natura) e quindi, a maggio-giugno del 2017, potrebbero avere il riconoscimento di patrimonio naturale mondiale dell’Umanità.
“Un altro passo è stato compiuto – commenta il Presidente del Parco Antonio Carrara – verso un riconoscimento di grande valore e un impegno ulteriore per la conservazione delle faggete del Parco. Si tratta di un lavoro paziente, che stiamo portando avanti con il contributo scientifico dell’Università della Tuscia, la partecipazione dei comuni di Villavallelonga, Lecce dei Marsi, Pescasseroli e Opi, che hanno deliberato l’impegno alla conservazione delle foreste, con l’accordo e il sostegno del Ministero dell’Ambiente e in collaborazione con altri 3 parchi nazionali. Nei mesi scorsi abbiamo lanciato anche un progetto di comunicazione, “Il battito della foresta”, che accompagna il processo di candidatura e che può essere seguito oltre che sui social network sul sito dedicato http://www.forestbeat.it/”.
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