Scontrone, il piano regolatore diventa realtà
Il traguardo inseguito da decenni si è concretizzato in questi giorni
Dopo quarant’anni di attese e lungaggini burocratiche il Comune di Scontrone si dota del primo Piano Regolatore Generale. L’approvazione è arrivata nella seduta del consiglio comunale riunitosi nei giorni scorsi, un anno e mezzo dopo l’adozione del Piano. Risultato importantissimo per il piccolo comune dell’Alto Sangro, che finora non aveva mai avuto un PRG vigente.
«Ci sono volute molta fatica e tanta determinazione in questi anni – commenta il sindaco Ileana Schipani, in carica dal 2011 – ma finalmente oggi raccogliamo i frutti di questo intenso lavoro, anche grazie a una buona sinergia sviluppata con il Settore Urbanistica della Provincia dell’Aquila».
Complesso l’iter di adozione e approvazione del PRG, portato avanti anche attraverso scelte politiche mirate. Tra queste, la riattribuzione della funzione urbanistica in seno al consiglio comunale con il superamento della fase commissariale, la necessità di rielaborare una proposta di PRG ereditata e gravata da numerosi problemi di contrasto con la pianificazione sovracomunale, l’adeguamento ai nuovi adempimenti normativi in materia e l’esigenza di costituire un Ufficio di Piano interno al Comune con un limitato impegno economico.
Un piano regolatore snello, che punta allo sviluppo urbano e alla sostenibilità ambientale. «Abbiamo provato ad imprimere importanti innovazioni – spiega il primo cittadino – che, seppur nella nostra acquisizione tardiva, ci pongono all’avanguardia: nessuna folle ed anacronistica espansione edilizia, sviluppo urbanistico armonioso e nel rispetto del contesto storico e ambientale con il recupero e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e limitazioni al consumo di nuovo suolo evitando la svendita del territorio comunale, forte riduzione della tassazione ai cittadini, attenzione al fiume Sangro e alle sue dinamiche idromorfologiche e idrauliche, salvaguardia dei terrazzi fluviali della nostra piana e tutela del paesaggio agrario. Insomma, non più previsioni per insediare migliaia di nuovi fantomatici residenti, ma quello che ci serve veramente nel rispetto dei nostri luoghi, che sono anche il nostro patrimonio di attrazione, da vantare e da custodire».
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.