Tentata estorsione a Rivisondoli, Tribunale del Riesame dell’Aquila ribalta la sentenza

Questa mattina il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha disposto l’annullamento delle misure cautelari nei confronti di Giancarlo Iarussi, sindaco di Rivisondoli, e dell’avvocato Tania Liberatore, con l’accusa di tentata estorsione, unitamente al vicesindaco Roberto Ciampaglia.
Gli amministratori, Iarussi e Ciampaglia, e l’avvocato Tania Liberatore, moglie del primo cittadino, hanno ricevuto l’obbligo di firma emessa dalla procura di Sulmona. Secondo l’accusa i tre avrebbero chiesto circa 20 mila euro, a titolo di risarcimento per il Comune, ad alcune persone residenti a Napoli per aver realizzato, senza autorizzazione, una scala in una casa acquistata a Rivisondoli.
La Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, dopo essersi riunita in camera di consiglio, si è pronunciata annullando l’ordinanza restrittiva con cessazione immediata (obbligo di firma) per tutti gli imputati, e contestualmente, reintegrando completamente l’avvocato Tania Liberatore dall’interdizione dell’esercizio pubblico della professione, nonché l’interdizione di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Una restrizione decisamente penalizzante per il libero professionista che finalmente potrà tornare ad esercitare nelle piene facoltà. Finisce cosi la restrizione, per il sindaco Iarussi che per l’avvocato Liberatore, dell’obbligo di firma.
Tutto questo a distanza di una settimana, quando il GIP, Marta Sarnelli, aveva rigettato le richieste della difesa, mantenendo in piedi la misura cautelare. Il Tribunale per il Riesame dell’Aquila ha invece ribaltato la decisione assunta dal Tribunale di Sulmona.
Durante gli interrogatori di garanzia gli amministratori hanno spiegato di aver agito esclusivamente nell’interesse del Comune, fornendo tutta la documentazione a confutazione. A scanso di equivoci, e per una totale trasparenza della procedura, l’incontro con la controparte si è svolto nell’Aula Consiliare del Comune e in presenza di altri consiglieri.
Intanto le indagini preliminari procedono, anche se l’intero castello accusatorio, alla luce del provvedimento del Tribunale del Riesame, sembra destinato a ridimensionarsi.
Stabilita l’infondatezza del teorema accusatorio e ripristinata la libertà degli imputati, quello che adesso deve essere recuperato è soprattutto il decoro d’immagine delle persone interessate. Errori giudiziari come questi rischiano di minare l’autorevolezza di un Tribunale fondamentale come quello di Sulmona.
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