Tre giorni di festa a Scontrone per il rito sannita “A Te Cumpà me”
Il rito ultramillenario torna in scena negli ultimi tre giorni di febbraio. E al termine dolci tipici per tutti
A Te Cumpà Me è un antichissimo rito pagano, si presume, risalente al tempo dei Sanniti, nato con l’intento di scacciare l’inverno e accogliere la primavera. Tradizione dedicata alla Dea Pomona che ogni anno si celebra a Scontrone negli ultimi tre giorni di febbraio.
L’Associazione Escursionisti Scontrone fa rivivere questo momento suggestivo al termine delle giornate del 26 27 e 28 Febbraio. Nelle prime due sere, la comunità sfila per il paese agitando dei campanacci, cantando “te cumpà me ,ess’marz ca mo s’n ve…marz è mnut e febbai se n’è jut”(compare mio,ecco marzo che adesso arriva…marzo è arrivato e febbraio se n’è andato). L’ultima sera, invece, si sfila per i vicoli di Scontrone accompagnati dai “pupazzi di paglia” i quali, al termine della baldoria, saranno incendiati per cacciare l’inverno.
Affascinante la testimonianza personale di Erika Iacobucci su blog.abruzzolink.com, dove ricorda la trepidazione di quei momenti visti dagli occhi della bambina:” Bisognava aspettare l’imbrunire. Mi affacciavo dietro le tende del balcone di casa in Via Rione Torre e aspettavo i tanti bambini che sfilavano in strada, con un rumore assordante di campane, di barattoli legati insieme e trascinati ed il battere dei legnetti sulle taniche recuperare giù in cantina dei nonni, segnalavano il loro arrivo.
Anch’ io di corsa scendevo le scale e raggiunto il gruppo intonavo anch’io il motivetto in dialetto scontronese. Il tragitto era sempre lo stesso, scendevamo giù fino alla Torre per poi fermarci sotto casa de Ru Spiru , la signora Concetta dal tuppè bianco, per poi arrivare sotto la Chiesa dedicata all’Assunta e raggiungere pian piano la Chiesetta di Sant’Antonio per poi tornare in piazza attraverso i vicoli di pietra bianca ed i murales colorati sulle pareti del borgo.
Ho sempre pensato che ci si rivolgesse ad un amico, chiamato confidenzialmente Cumpa (Compare) ma i miei genitori, ai quali chiedevo con un po’ di timore misto a curiosità cosa significasse quella strofa e le origini di quell’antico rito, mi raccontavano che si trattava di una tradizione di origini pagana, perché ci si rivolgeva alla Dea Pomona, dea della Fertilità e dell’Abbondanza”.
Come usanza, al termine del rito, la comunità scontronese offrirà ai visitatori deliziose pietanze tipiche accompagnate da vin brulè.
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