“Pensavamo di vivere sani in un mondo malato”: la pandemia e la sfida per un futuro sostenibile

La pandemia di COVID-19 ha messo in luce le fragilità del nostro sistema globale, scardinando quelle che credevamo fossero le colonne portanti della nostra civiltà: democrazia, capitalismo e globalizzazione. Questa crisi ha evidenziato le criticità del rapporto tra uomo e natura, legate a modelli di produzione e consumo insostenibili, stili di vita dannosi e disuguaglianze sociali sempre più profonde. Come ha ricordato Papa Francesco in una Piazza San Pietro deserta, immagine che resterà impressa nei libri di storia, “pensavamo di vivere sani in un mondo malato”. Una frase che deve diventare un monito per riscrivere il futuro.
Pandemia e ambiente: il legame tra distruzione degli habitat e diffusione di patogeni
La diffusione di patogeni dagli animali selvatici all’uomo è stata facilitata dalla progressiva distruzione degli habitat naturali, dall’inquinamento e da modelli di sviluppo basati su cemento, petrolio e discariche. Questi errori, dettati spesso dall’ignoranza o dalla ricerca del profitto per pochi a scapito della salute di molti, hanno contaminato le basi della nostra sopravvivenza. Ora più che mai, è chiaro che siamo tutti sulla stessa barca e che la salvezza può arrivare solo attraverso un’azione collettiva e inclusiva.
La Fase 2: ripartire con modelli sostenibili e superare disuguaglianze
Con l’avvicinarsi della Fase 2, è fondamentale fare tesoro di questi insegnamenti e ripartire con un nuovo approccio, ponendo al centro il valore della vita e modelli economici, sociali e ambientali sostenibili. Come sottolinea Filomena Ricci, delegata regionale del WWF, l’Abruzzo deve rinascere come regione Verde d’Europa, puntando sulla sua natura e sull’economia circolare. Le aree protette, con il loro patrimonio di biodiversità, rappresentano un laboratorio di sostenibilità e devono tornare a essere pilastri fondamentali per il futuro della regione.
Il valore economico delle aree protette
Uno studio presentato a Pescara lo scorso dicembre, coordinato dal prof. Marino dell’Università del Molise, ha evidenziato che il “Capitale Naturale” delle riserve abruzzesi ammonta a oltre 2,2 miliardi di euro. Già nel 2014, un rapporto di Unioncamere e del Ministero dell’Ambiente certificava che il valore prodotto da attività agricole, commerciali e turistiche all’interno delle aree protette era doppio rispetto a quello generato all’esterno, con un tasso di ritorno fino a 25 euro per ogni euro investito.
Turismo sostenibile e mobilità green: le opportunità per la ripartenza
In questo momento di crisi, Parchi e Riserve diventano attrattori strategici per la ripartenza del turismo, offrendo spazi aperti, salubri e sicuri. Come sottolinea Giuseppe Di Marco, presidente regionale di Legambiente, è essenziale accelerare la mobilità sostenibile, puntando su trasporto pubblico, bici, ciclabili e sharing mobility elettrica. Progetti come TrabocchiMob, che promuove la Via Verde, dimostrano come la sinergia tra diversi attori possa creare un sistema di mobilità integrato e rispettoso dell’ambiente.
Una ripartenza eccezionale per un momento eccezionale
La ripartenza post-pandemia richiede risposte eccezionali e un impegno collettivo. È necessario superare le logiche di mera ripartizione delle risorse e puntare su una programmazione pluriennale, standard minimi omogenei e una progettazione di rete. Come ribadiscono Ricci e Di Marco, Legambiente e WWF sono pronti a fare la loro parte, collaborando con tutti gli attori per costruire un futuro più sostenibile e inclusivo.
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