Zes e corridoio Tirreno-Adriatico, Cgil, Cisl e Uil Abruzzo all’unisono: “Basta perdere tempo: no alla chiusura dell’A25, sì alla messa in sicurezza”
“Una volta tanto che c’è una possibilità concreta per rilanciare l’Abruzzo si perde clamorosamente tempo. Tempo che altri invece usano proficuamente per sottoscrivere accordi e progettare il futuro”. Sandro Del Fattore, segretario Cgil Abruzzo, Leo Malandra, segretario Cisl Abruzzo Molise, e Michele Lombardo, segretario Uil Abruzzo, tornano a spronare la Regione Abruzzo su due argomenti distinti ma di fatto fortemente connessi per la nostra regione: l’istituzione della Zes, la zona economica speciale, e il corridoio intermodale Tirreno-Adriatico, progetto approfonditamente studiato da due autorevoli esperti come il sociologo Euclide Di Pretoro e l’ingegner Antonio Nervegna. Temi apparentemente tecnici ma che, di fatto, segnano lo spartiacque tra l’Abruzzo del passato e del presente, diviso tra zone interne impoverite e spopolate e zona costiera più dinamica, e l’Abruzzo che guarda al futuro, che sceglie di rimanere al centro dei flussi commerciali, economici e culturali della storia.
“Se la zes – dicono i segretari – sarà un attrattore importante per le imprese e per attirare investimenti produttivi, il corridoio intermodale Tirreno – Adriatico rappresenterà la modalità per dotare l’Abruzzo di infrastrutture d’avanguardia. Quest’ultimo progetto, di cui si discute da tempo anche a livello europeo, è infatti un sistema perfetto di trasporti su mare, ferro e gomma che collegherebbe il porto di Barcellona, il più importante del Mediterraneo, a quello di Civitavecchia tramite una cosiddetta “autostrada del mare”: le merci qui giunte raggiungerebbero poi i porti di Ortona/Vasto tramite un sistema infrastrutturale su gomma e ferro rafforzato e rinnovato che attraverserebbe l’intero Abruzzo, in particolare centri nevralgici come il distretto industriale di Carsoli, l’interporto di Avezzano, la zona industriale della Valle Peligna, l’interporto di Manoppello, la zona industriale della Val Pescara e quella della Val di Sangro.
Da Ortona o Vasto, infine, il sistema raggiungerebbe il porto di Ploce, in Croazia, per poter continuare poi nei Balcani. In breve, se tale progetto andasse in porto, si garantirebbe per l’Abruzzo una maggiore facilità all’internazionalizzazione delle imprese, con una possibilità di sviluppo anche per quelle piccole e micro, ci sarebbero evidenti benefici infrastrutturali e positive ricadute economiche, commerciali, culturali e turistiche.
Ma non solo: si tratta di un sistema che, ponendosi come alternativo all’attuale tracciato che solca la pianura padana, da un lato decongestionerebbe fortemente le regioni del Nord, dall’altro avrebbe evidente benefici in termini ambientali ed economici per gli stessi operatori, che vedrebbero ridotti i costi di trasporto, notoriamente più alti quando sono solamente su gomma come è attualmente”. Sul tema infrastrutture, per i tre segretari “la chiusura dell’A25 paventata dal ministro Toninelli è assolutamente da scongiurare mentre invece, anche nell’ottica del corridoio Tirreno – Adriatico, chiediamo che siano affrettati e posti in essere tutti gli interventi per la messa in sicurezza di un’autostrada così importante”.
Del Fattore, Malandra e Lombardo ricordano poi che l’anello di congiunzione tra le due strategie, la zes e il corridoio, sarebbero proprio i porti di Ortona/Vasto: l’istituzione della zona economica speciale, infatti, richiede proprio il potenziamento delle infrastrutture, in particolare degli scali portuali, specie se la perimetrazione della zes è ipotizzata per buona parte sulla fascia costiera. “Invece assistiamo clamorosamente ad uno stallo: né si accelera sull’istituzione della zes, che a nostro avviso non è affatto pregiudicata dalla scelta del Molise di istituirne una con la Puglia invece che con l’Abruzzo, né si spendono i fondi previsti dal Masterplan per le infrastrutture, né si sollecita il Ministero dei Trasporti sul corridoio Tirreno – Adriatico, né si accelerano i lavori per il porto di Ortona, alle prese da cinque anni con il problema irrisolto del dragaggio che tanti danni sta arrecando, fino all’ultima notizia della perdita dei traghetti per la Croazia. Tutto questo mentre altrove non stanno a guardare: è delle settimane scorse, infatti, l’intesa sottoscritta tra l’autorità portuale di Civitavecchia con quella di Brindisi per il potenziamento dei traffici commerciali tra i due scali. Facciamo nostro – concludono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Abruzzo – l’appello di Di Pretoro e Nervegna: non lasciamoci sfuggire queste ghiotte opportunità. Ne va del futuro della nostra regione, che rischia di essere tagliata fuori dalla storia”.
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