Agnone, Caritas dona termoscanner, saturimetri e due ventilatori per il pronto soccorso
Aumentano i casi di infettati a Belmonte del Sannio. Salgono a tredici i casi positivi (non contiamo più i due deceduti). Uno in più dai tamponi processati l’altro giorno. Una Belmonte controcorrente visto che negli altri paesi come in tante regioni i casi di covid-19 sono in diminuzione. Casi di coronavirus in centri del Molise altissimo con un ospedale come il Caracciolo che fa da “spettatore” quasi in stand-by mentre potrebbe diventare un ospedale cosiddetto no-covid.
Intanto i cinquemila euro donati dalla Caritas diocesana all’Asrem per il Caracciolo sono stati spesi per dotare il Pronto Soccorso di termoscanner, saturimetri, e, in arrivo, anche due ventilatori di base che saranno utili anche per altri pazienti colpiti da altre patologie. Intanto si sta attivando anche una sottoscrizione per fornire l’ospedale Caracciolo di altre strumentazioni e progetti per il miglioramento dei servizi.
“I cinquemila euro donati dalla Cartitas all’Asrem per l’ospedale Caracciolo – sottolinea don Francesco Martino, ex cappellano ospedaliero – vengono dallo stanziamento di due milioni di euro della CEI per la Sanità Pubblica. La Caritas si è impegnata a dotare di alcuni presidi il Pronto Soccorso dell’ospedale altomolisano (termoscanner, saturimetri, e 2 ventilatori di base) e a aprire una sottoscrizione per l’Ospedale Caracciolo per forniture e progetti allo studio di miglioramento dei servizi. A questo va aggiunta l’azione interna per rendere sicuro l’accesso in Ospedale dei Malati no covid, attrezzando una pre-astanteria oltre la tenda triage, in cui tenere il paziente in attesa dell’arrivo del risultato del tampone, prima dell’accesso in Pronto Soccorso, cosa che dovrebbe divenire ben strutturata con lo spostamento del 118 in altri locali e così liberare quattro stanze utili.
Il Caracciolo di Agnone – aggiunge don Francesco – può essere così un ospedale No Covid sicuro, e data la ristrutturazione della sala operatoria, (e se si rimettesse in opera la seconda sala, più grande, e attrezzando facilmente con due posti tecnici di rianimazione/terapia intensiva) si potrebbero facilmente eseguire in sicurezza tutti gli interventi chirurgici che oggi a causa del Covid non possono essere effettuati ad Isernia. Per non parlare dei Day Surgery di ogni specialità, compresa l’oculistica. Abbiamo – conclude il sacerdote – questa ricchezza ad Agnone: invece di provare in tutti i modi a chiuderla, utilizziamola e sfruttiamola per il bene della Sanità Pubblica e per i Cittadini del Molise“.
Vittorio Labanca
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