Agnone, suonano a festa le campane in ricordo di Papa Wojtyla. Benedetta la campana destinata al Congo
Hanno suonato a distesa tutte le campane di Agnone in ricordo della visita di Giovanni Paolo II° di venticinque anni fa, 19 marzo 2020, cinque lustri dopo; ore 16 prima di tutte il grosso campanone davanti alla Pontificia Fonderia Marinelli. Nel silenzio e nella solitudine imposti dal coronavirus nell’opificio agnonese è stata benedetta la campana di “Giovanni Paolo II” destinata ad una missione dei Caracciolini in Congo.
“Sono trascorsi 5 lustri da quell’incontro straordinario che visse Agnone col personaggio più amato e rispettato del XX secolo, il Pontefice che invitava a “NON AVERE PAURA”, quello che indicava la speranza e la fermezza” affermano dalla Pontificia. “La cittadina alto molisana – riprendono i responsabili Armando e Pasquale Marinelli – era preparata a rievocare, con emozione ed eterna gratitudine, la storica visita del Santo Papa. Il “Museo internazionale della Campana”, aveva previsto un convegno dal titolo Giovanni Paolo II: un uomo – un pontefice – un santo“.
Per ovvi motivi l’incontro è stato rimandato a data da destinarsi, tuttavia in questo giorno di San Giuseppe lavoratore, Agnone ha sollevato il canto di tutte le sue campane al Santo Amico, unite in una corale richiesta di preghiere e di benedizioni. Agnone ha, nella sua caratteristica voce, un richiamo universale e potente che mai come oggi impone forza, coraggio e ricerca di spiritualità.
Alle ore 16.00, all’unisono con tutte le campane che i parroci libereranno dai campanili di Agnone al grido di “Non abbiate paura!”, ha suonato il “campanone”, esterno alla Fonderia Marinelli, che 25 anni fa salutò Giovanni Paolo II nella Sua visita in Fonderia per l’incontro simbolico con S. Giuseppe e con tutti gli artigiani del mondo.
Inoltre ognuno dai propri balconi in filodiffusione ha potuto seguire la Santa Messa, e, a conclusione, la benedizione della campana offerta alla Missione dei Caracciolini in Congo attraverso i Padri dello stesso ordine da poco operanti nella nostra Comunità.
La campana del diametro di 55 centimetri pesa 100 chilogrammi e suona la nota musicale FA. All’esterno riporta l’effigie di San Giovanni Paolo II, l’immagine di San Francesco Caracciolo, lo stemma di Papa Francesco e l’Angelo Custode al quale è dedicata la Parrocchia in Beni – R.D. Congo.
“Aver ospitato un Santo nella propria, umile dimora – concludono i Marinelli – è stata la gratificazione più elevata e commovente che noi abbiano ottenuto nella storia millenaria della loro famiglia: un’emozione sognata ed inattesa, immensa e rievocata con stupore persistente“.
Anni prima si era favoleggiato di una visita di papa Wojtyla in Agnone. Il Prefetto Enrico Marinelli, responsabile della sicurezza del Papa, ne aveva, poi, sussurrato con estrema discrezione la possibilità. In effetti il programma non fu dichiarato mai definitivo dal Vaticano perché qualsivoglia imprevisto, avrebbe compromesso il viaggio vanificando aspettative e preparativi.
E invece, in quel gelido pomeriggio, nel giorno in cui insieme a San Giuseppe si festeggiano tutti gli artigiani, il Pontefice scelse di varcare la soglia dell’officina più antica del mondo dove l’estro e la capacità infinita del cuore, della mente e delle mani dell’uomo, creano strumenti sacri, forieri della voce di Dio.
A commento della visita al laboratorio agnonese, il Papa pronunciò: “Ognuno di noi porta in se una campana molto sensibile, questa campana si chiama cuore, questo cuore suona e spero che suoni sempre delle belle melodie” al quale hanno fatto eco le “consorelle bronzee” dei campanili di Agnone.
Vittorio Labanca
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