Coronavirus, blackout economico in Alto Molise
Il coronavirus ovvero anche una mazzata per l’economia dei piccoli centri. Negozi ed attività commerciali chiusi; altri che funzionano a singhiozzo solo con consegne a domicilio come i ristoranti. Aperti solo i generi alimentari e pochi altri. Paesi, quelli della cintura di Agnone, che sembrano evacuati con pochissime persone che circolano solo con i dovuti permessi per acquistare generi di consumo quotidiani. Sorveglianza stretta da parte delle Forze dell’Ordine, cosa giusta se si vuole davvero debellare un male, un nemico invisibile.
Ad Agnone a contare i danni economici e turistici è la Pontificia Fonderia Marinelli che ogni giorno vede sempre più annullare le visite degli studenti. “Le gite scolastiche che di solito affollavano la fonderia fino a primavera inoltrata quest’anno ce le dimentichiamo” afferma Armando Marinelli contitolare dell’opificio che è patrimonio di tutti. “Fino ad oggi – aggiunge il fonditore – sono state oltre un centinaio gli istituti che hanno disdetto la visita in Fonderia. A questi si devono aggiungere le comitive che non solo nei week end affollavano i nostri ambienti, il Museo della Campana, la Stanza degli Angeli dove sono conservati tutti i calchi riprodotti poi in cera sui bronzi. Sembra tutto così surreale ed invece il Covid-19 ci ha davvero cambiato la vita“.
Se se volesse quantificare dovremmo parlare di quattro/cinquemila persone che in questo 2020 non verranno nella cittadina alto molisana. “Flusso turistico questo – conclude Armando – che non recupereremo facilmente, anzi credo che abbiamo perso per sempre“.
Non se la passano bene neanche il Museo Storico del Rame; il Museo di Arte Casearia e della Transumanza dei Di Nucci, quelli delle attività culturali come la biblioteca Comunale-Labanca e le chiese veri scrigni d’arte. Un intero circuito socio-turistico-culturale desertificato. Un duro colpo per l’intera economia cittadina. Ora si spera soltanto che questo periodo buio passi anche se recuperare questo periodo di black-out sarà davvero difficile.
Vittorio Labanca
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