Denuncia dei 5 Stelle: “Il presidio ospedaliero di Venafro è totalmente inadeguato ad ospitare positivi al coronavirus”
Ha lasciato perplessi gli operatori dell’ospedale San Francesco Caracciolo il trasferimento per un mese dal nosocomio alto molisano a quello di Venafro di tre OSS che senza apposito addestramento si trovano in contatto con gli anziani covid-positivi. Personale questo indispensabile anche per la divisione di Medicina che ha visto il rientro dell’ex responsabile Di Nucci ed il 4 e 7 maggio l’arrivo di altri due camici bianchi. Ma intanto la vicenda del trasferimento degli anziani ospiti nella casa di riposo agnonese Tavola Osca nel SS.mo Rosario di Venafro è ancora argomento di analisi delle forze politiche.
“Il presidio ospedaliero di Venafro è totalmente inadeguato, sia in termini strutturali che in fatto di personale, ad ospitare positivi al coronavirus” denunciano in una nota congiunta Andrea Greco, Vittorio Nola e Angelo Primiani del Movimento 5 Stelle.
“In queste ore abbiamo inoltrato una diffida ad Asrem, commissario ad acta alla sanità regionale, ministro e vice ministro della Salute, nella quale si chiede di verificare le eventuali carenze assistenziali, nella gestione dei pazienti ricoverati dalle case di riposo di Agnone e Cercemaggiore. Si tratta di persone anziane che di notte, spesso, non vengono seguite da infermieri professionali o figure mediche, bensì solo dagli Oss (Operatori socio–assistenziali). Riteniamo ciò – continuano – di una gravità inaudita. Se la struttura è una Rsa, come del resto riconosciuta dall’Asrem, è fondamentale la presenza di un infermiere professionale, oltre all’auspicabile presenza di personale medico chiamato a gestire le terapie e intervenire in caso di emergenza. A riguardo opportuno conoscere chi è il medico responsabile della Rsa nonché quello del reparto Covid, soprattutto per consentire ai familiari di avere dei punti di riferimento. Il quadro diventa assai più allarmante considerato che i pazienti sono quasi tutti allettati, solo tre, infatti, risulterebbero autonomi, ma in precarie condizioni fisiche.
Quindi per alimentarsi hanno bisogno di aiuto e assistenza con un adeguato numero di Oss. A questo punto immaginabile e doveroso un appropriato numero di vassoi per servire i pasti che, tuttavia, al momento non sarebbe sufficiente. Inoltre, intendiamo conoscere se è vero che i sanitari sono costretti a lavare a casa la divisa indossata durante le ore di lavoro, in quanto non è previsto un servizio di lavanderia né interno né esterno alla struttura ospedaliera, con il rischio di diffondere il contagio tra i familiari.
Discorso simile vale per il personale amministrativo, che, sempre all’interno del SS Rosario, non è opportunamente separato dal personale a stretto contatto con i pazienti positivi. Ma non è tutto – sottolineano i tre penta stellati – perché non è chiaro se la biancheria dei pazienti positivi al Covid-19 è abbandonata in una stanza, dove risulta collocata una lavatrice non funzionante con pesanti incognite sul modo in cui vengono sanificati gli indumenti. Ed ancora: restano sconosciuti i locali dove gli operatori sanitari effettuano la vestizione e svestizione, nonché dove ripongono gli effetti personali.
Infine, da verificare se il personale è munito delle apposite protezioni gambali (dispositivi di protezione individuali fondamentali per la gestione di pazienti affetti da coronavirus) o se è vero che si continuano ad utilizzare le buste per la spesa legate con dei lacci. Nel totale rispetto della salute degli anziani ricoverati, dei loro familiari e del personale – concludono – chiediamo che entro 48 ore vengano verificati i fatti descritti al fine di adottare opportuni e immediati provvedimenti. La nostra diffida fa seguito ad una precedente interrogazione con la quale abbiamo chiesto ad Asrem e Regione in che maniera intendevano fronteggiare l’emergenza sanitaria. Una richiesta rilanciata in ambito nazionale dal senatore Fabrizio Ortis che ha chiamato in causa il ministro della Salute, Roberto Speranza“.
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