Diocesi Trivento, clamoroso dietrofront del vescovo Palumbo sui costi dei funerali
Il Vescovo di Trivento, Mons. Claudio Palumbo, boccia il documento a firma dei sacerdoti della Forania di Agnone che avrebbe disciplinato dal prossimo 1 febbraio modalità e costi dei funerali. Documento questo pubblicato anche sui social network dove ha trovato spazio per l’intera mattinata di ieri. Poi il dietrofront del Presule che ha riportato allo status quo la questione.
Quattro i punti cardini sui quali i fedeli dovevano attenersi ed in particolare:
1) Avvenuto il decesso, i familiari del defunto e NON le Pompe Funebri devono contattare il Parroco del Territorio in cui devono svolgersi le esequie del loro caro estinto per prendere tutti gli accordi di rito.
2) Salvo che il Parroco del territorio di competenza non abbiano disposto diversamente per motivi di opportunità, spetta allo stesso Parroco invitare l’organista per la celebrazione e comunicare l’ablazione volontaria relativa alla famiglia per tale servizio, distinta e aggiuntiva, rispetto all’offerta per la celebrazione funebre.
3) Per la Città di Agnone se viene richiesto il suono delle campane di altre chiese Parrocchiali diversa da quelle ricadenti nel Territorio Parrocchiale dove si tengono le esequie, la famiglia del defunto è tenuta a fare per ogni chiesa una singola offerta, per la gestione economica della stessa chiesa/parrocchia che si è impegnata.
4) Dato l’aumento delle difficoltà economiche di gestione delle Parrocchie della Forania di Agnone e la diminuzione delle offerte per i funerali da parte dei fedeli, dal 1 febbraio 2020 in tutte le Chiese della Forania di Agnone nella Messa Esequiale, in quella detta di Riuscita, in tutte le Messe Speciali di Anniversario Pro Defunctis, al momento dell’offertorio si effettuerà la Questua a vantaggio della gestione economica della Parrocchia.
Documento dal titolo “Sulla celebrazione delle esequie e sulle messe pro defunti” non condiviso dal Vescovo che evidentemente era all’oscuro di quanto deciso dai sacerdoti agnonesi al punto da non dare il placet al decreto della Forania.
V.L.
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