Emergenza Coronavirus, Don Martino: “Non solo preghiere, la chiesa c’è e fa tanto”
Imprenditori, aziende, privati, tutti pronti a donare milioni di euro soprattutto per l’acquisto dei respiratori per gli ospedali per chi è in terapia intensiva a causa del coronavirus. Ma la frase che più echeggia è quella che la Santa Sede col Papa non fanno donazioni per la causa. A spiegarci cosa succede qui da noi in Alto Molise e più in generale in Italia è don Francesco Martino.
“A livello Diocesano – esordisce don Francesco – la Caritas sta continuando ad assistere 150 famiglia tra le sedi di Agnone e Trivento con i viveri alimentari e portando la spesa agli anziani che ne fanno richiesta. Io non so che altro possiamo fare. Per agire c’è bisogno non solo di preti, ma anche di laici che ti aiutano. La Chiesa c’è, ma in silenzio. Più volte in questi giorni si è detto o scritto che la Chiesa non farebbe abbastanza contro l’emergenza del Coronavirus. Però non è così. La Cei ha disposto uno stanziamento di tre milioni di euro provenienti dall’8xmille in sostegno alle attività di alcuni ospedali che stanno combattendo contro il Coronavirus. Le voci di richieste infatti stanno arrivando dalle strutture cattoliche di tutta Italia. Così la Cei ha deciso di fare un ultimo gesto concreto di solidarietà, dopo i diversi altri messi in campo nelle ultime settimane con ulteriori tre milioni di euro.
Contributi diretti a diverse realtà sparse nel territorio come la Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo di Torino, l’Azienda ospedaliera “Cardinale Giovanni Panico” di Tricase, l’Associazione Oasi Maria Santissima di Troina, l’Istituto Ospedaliero Poliambulanza di Brescia. Quest’ultimo, in poco tempo ha riorganizzato completamente la sua organizzazione. Si parla di un numero di 435 posti letto, tra i quali 68 di terapia intensiva e 70 di Osservazione Breve Intensiva in Pronto Soccorso.
A queste si è aggiunta una raccolta fondi con l’obiettivo di sostenere le strutture sanitarie. Il Papa solo pochi giorni fa ha versato alla Caritas Italiana 100mila euro da impegnare per la lotta alla diffusione del virus, attraverso un intervento diretto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale guidato dal cardinale Peter Turkson. Sempre nelle scorse ore i vescovi italiani, tramite la Cei, hanno donato 10 milioni di euro alle Caritas diocesane per assistere i più bisognosi nel fare fronte all’emergenza, e soltanto poche ore prima aveva già donato 500mila euro alla Fondazione Banco Alimentare Onlus.
Questo perché la Chiesa italiana, nell’espressione ad esempio della Caritas, è costantemente attiva a favore dei bisognosi e dei fratelli in difficoltà, quindi forse per qualcuno non fa notizia. In questi giorni in particolar modo, visto che molti senza fissa dimora non hanno più nessuno a cui chiedere l’elemosina con la quale nella loro “normalità” riuscivano a sopravvivere. Senza pensare agli anziani che non possono uscire a fare la spesa, o alle famiglie che sono obbligate a lavorare con dei contratti in nero, e che ora non hanno alcuna garanzia.
In questo modo le 220 Caritas diocesane avranno maggiore forza nell’individuare le persone più bisognose e darsi da fare per migliorare le loro condizioni nel presente. Si parla cioè di aiuti economici alle famiglie in difficoltà, acquisto di generi di prima necessità, ascolto delle persone anziane o sole, servizi minimi per le persone in difficoltà o in povertà estrema, che hanno bisogno di cure oppure di avere un pasto caldo e un tetto sotto cui ripararsi.
A queste donazioni, si aggiunge però l’operato che la Chiesa italiana fa ogni giorno verso i poveri e i bisognosi. In tutte le sue espressioni istituzionali, associative, parrocchiali e altro. le associazioni di volontariato si sono date da fare nelle maniere più diverse e creative per aiutare i bisognosi, ad esempio offrendo i propri spazi per chi non ha una casa dove rifugiarsi in quarantena. Storie di questo tipo sono giunte da Roma o da Asti, per citarne alcune. Ma anche a Bergamo, dove le stanze del seminario sono state rese disponibili per il personale sanitario impegnato a combattere contro il Coronavirus“.
Questo ed altro in essere dalla Chiesa Cattolica e da una Papa, che stiamo sicuri, in questo momento di covid-19, non si affida solo alle semplici preghiere.
Vittorio Labanca
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