Esclusivo – Ospedale Agnone, parla l’ex manager Giovanni Di Pilla
E’ stato Direttore Generale dell’Asrem di Agnone (allora Asl n. 1 Alto Molise) in un periodo davvero prospero di buona sanità e di una economia controllata tant’è che anche il settimanale Panorama dedicò ben cinque pagine all’ospedale di Agnone e all’oculatezza della sua gestione e dei suoi operatori. Parliamo del manager Giovanni Di Pilla, esperto nel segmento di ‘economia sanitaria’ richiamato anche dal sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio, per comprendere cosa si possa fare nell’immediato per salvare l’ospedale San Francesco Caracciolo che ogni giorno di più sta collassando sotto la scure di una politica disattenta e che non da’ tregua a quel ridimensionamento che sta chiudendo la struttura sanitaria dell’area montana del Molise altissimo.
E’ un vero sfogo, un grido d’aiuto, dettato dall’appartenenza verso questa terra quello di Giovanni Di Pilla, che ha l’Alto Molise nel cuore.
“Quando c’era la Asl – esordice Di Pilla – l’ospedale di Agnone, che con una mia delibera fu intitolato a “San Francesco Caracciolo”, contava 100 posti letto con tutti i reparti, sevizi, ambulatori e pronto soccorso e costava meno di 20 milioni di euro e tutta la Asl meno di 30, cioè non più del 4 o 5% del fondo sanitario regionale. Ho notato nella mia ultima visita ad Agnone un forte scoramento per quanto concerne la sanità e l’ospedale Caracciolo da parte di tutti, cosa questa che mi fa soffrire soprattutto nel ricordo di un ospedale che era invidiato da tutti perché erogava ottima sanità senza sprechi economici.
Sento voci di rassegnazione sull’ineluttabilità del declino dell’ospedale ed in pratica di tutto il territorio dell’Alto Molise che non può essere accettata soprattutto dai suoi rappresentanti. Sarebbe invece utile allo scopo approvare una legge regionale che dichiari in questo territorio un’emergenza regionale da trattare come tale in tutti i settori a partire dalla sanità per evitarne il definitivo spopolamento già in atto anche a causa dello smantellamento dei servizi sanitari a partire dall’ospedale. Il Caracciolo ha ora necessità di una cordata di attenzione sotto il profilo politico-amministrativo anche perché incide in un’area così emarginata la quale non può fare a meno di un nosocomio “vero”.
E per vero intendo un ospedale completo in ogni suo servizio. Non può esistere in Alto Molise un “Ospedale di Comunità” o altro per l’assenza nelle vicinanze di altre strutture sanitarie che garantiscono ogni tipologia d’emergenza. Vista anche l’orografia del territorio l’ospedale di Agnone è indispensabile. Ed esiste anche una normativa a sostegno di una sanità diciamo “periferica” come quella altomolisana. A mio avviso tutti i sindaci dei paesi che hanno a cuore la sanità del Molise altissimo devono muoversi nel mettere in essere tutto ciò che sia possibile per la difesa del Caracciolo e perché lo stesso sia davvero riconosciuto come ospedale di area “svantaggiata”.
Il Caracciolo deve rimanere ospedale di area disagiata, marginale, a rischio scomparsa demografica, anche per poter derogare agli standard e parametri nazionali (decreto Balduzzi) e regionali e rimanere – ripeto – ospedale vero e non di comunità con i reparti, servizi ambulatori che si riterranno utili e necessari senza strafare e soprattutto con un pronto soccorso h24 che possa fronteggiare l’emergenza, stabilizzare ed eventualmente trasferire i pazienti. Associazioni e cittadini, poi, devono riacquistare e trasmettere quella fiducia che sempre più si sta perdendo in quest’area, dando vita ad un movimento serio e che catalizzi davvero le attenzioni di tutti sul problema del Caracciolo. Necessita far sentire la voce di una popolazione che non può avere la stessa tassazione di aree più sorridenti; che non può vedere catapecchie ereditate considerate seconde o terze case; che non può avere sulle piccole imprese lo stesso prelievo fiscale imposto a livello nazionale.
Aree queste che non costano in maniera incisiva allo Stato e che con un minimo di attenzione verrebbero rianimate e non rischierebbero la desertificazione. Così come per la sanità di Agnone. Con lo far scomparire o azzerare i servizi del Caracciolo non si salva il deficit economico del Servizio Sanitario regionale o nazionale. Dunque – concude Di Pilla – auspico in una svolta immediata da parte di tutti se si vuole che il San Francesco Caracciolo possa riprendere quota. Riprendere fiducia e far dichiarare da subito l’altissimo Molise “Area d’Emergenza” sotto ogni settore a partire da quello di una sanità che è sempre stata oculata e priva di sprechi come quella dell’agnonese“.
Vittorio Labanca
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