Lavoro in Italia: domanda, offerta e burocrazia
Nel 2023: Segnali di Ripresa e Sfide Persistenti
Nel 2023 il mercato del lavoro italiano ha mostrato alcuni incoraggianti segnali di ripresa, pur rimanendo debole su alcuni fronti. Secondo i dati più recenti dell’ISTAT, il tasso di occupazione in Italia si attesta intorno al 59%, leggermente sotto la media europea. La disoccupazione giovanile rimane alta, con circa il 28,9% dei giovani tra i 15 e i 24 anni che non riescono a trovare impiego. Questi dati sottolineano anche la difficile transizione dal sistema educativo al mercato del lavoro per i giovani italiani. In generale il tasso di disoccupazione è di poco inferiore all’8% a livello nazionale, ed è più accentuato nel Sud del Paese.
Problemi di Fondo del Mercato del Lavoro
I problemi di fondo del mercato professionale sono soprattutto tre: anzitutto, quello della quota molto alta di “precari” con contratti a termine; poi quello delle competenze avanzate; ancora, quello delle basse retribuzioni; e, appunto, quello della ridotta mobilità professionale di numerose categorie professionali. Vediamo meglio queste criticità: sono il fondamento della soddisfazione dei nostri lavoratori, e inoltre ci aiutano a capire come sta cambiando il lavoro nel nostro Paese.
Occupazione e Contratti
Abbiamo già detto che il numero di occupati a tempo pieno è aumentato nel corso dell’ultimo anno e, più in generale, dalla fine della pandemia. Secondo i dati di CGIA Mestre, complessivamente nel 2023 hanno trovato un impiego 23,6 milioni di persone, con un posto fisso per 8 dipendenti su 10. Buone notizie, dunque? Sì, ma non troppo. Purtroppo infatti queste assunzioni a tempo indeterminato non hanno rimpiazzato il numero dei cd. “precari”, cioè di quei lavoratori che collezionano contratti a termine da almeno cinque anni. Nel 2022 i precari nel nostro Paese erano il 17% del totale; mentre nel 2023 sono saliti al 18,1%.
Istruzione e Competenze
Arriviamo così al secondo grande problema del mercato del lavoro nel nostro Paese: abbiamo una quota troppo bassa di laureati, e più in generale di persone che completano l’università o conseguono un master. Pensate che in Italia sono appena il 28% tra i 25-34enni, rispetto a una media dell’Unione europea del 41%. Questo fa del nostro Paese il penultimo dell’Unione, davanti solo al 23,3% della Romania. Vi state chiedendo perché sono così pochi i nostri laureati? Si possono dare molte risposte a questa domanda, ma sicuramente una tra queste è che l’aver conseguito un titolo di studio terziario non garantisce a chi lo consegue un salvacondotto dalla precarietà. Pensate che i laureati sono addirittura quelli che soffrono di più di precariato, con +2,4% tra i lavoratori a termine da oltre cinque anni. È come se il mercato del lavoro respingesse quelli che hanno dedicato più tempo, energie e risorse a formarsi. La conseguenza è quella drammatica di una quota incredibilmente alta di laureati che fuggono all’estero per cercare condizioni migliori.
Retribuzioni
Questo problema sono anni che proviamo a risolverlo, senza mai riuscirci. Anzi, probabilmente siamo peggiorati: abbiamo gli stipendi tra i più bassi in Europa. Eccovi i dati: A fronte di un salario medio lordo di 37,4 mila euro annui dei Paesi dell’Eurozona, in Italia lo stipendio medio rimane drammaticamente sotto i 30mila euro. Addirittura l’Italia è l’unico Stato dei Paesi membri OCSE in cui i salari sono diminuiti negli ultimi 30 anni (del 3% per l’esattezza).
Ricapitolando
Dunque, ricapitolando. Abbiamo lavoratori meno preparati rispetto ad altri Paesi europei, una quota dei quali decide (o è costretta) di spostarsi fuori dai confini nazionali per trovare lavoro all’estero. Quelli che rimangono sono pagati poco (a parità di condizioni lavorative), sicuramente meno dei loro colleghi stranieri. Oltretutto, molti faticano a trovare un’occupazione stabile. Abbiamo discusso molto in questi anni dell’importanza della mobilità sul mercato del lavoro e sulla presunta fine del “posto fisso”. Tutto vero: la mobilità è un valore aggiunto. Ma se il sistema non sostiene coloro i quali, per volontà o per esigenza, si trovano a svolgere lavori in condizioni di precarietà, quest’ultima finisce per essere una debolezza anziché un punto di forza.
Situazione in Abruzzo e Molise
Passiamo ora ad analizzare la situazione lavorativa e retributiva nelle regioni dell’Abruzzo e del Molise. Queste due regioni del centro-sud Italia presentano dinamiche e problematiche che, pur rispecchiando quelle nazionali, assumono connotati particolari dovuti a fattori economici, sociali e geografici propri.
In Abruzzo, la combinazione di piccole e medie imprese e un tessuto produttivo diversificato offre un quadro interessante, ma non privo di sfide. Gli stipendi medi restano sotto la media nazionale e la disoccupazione giovanile raggiunge tassi preoccupanti. Tuttavia, il settore turistico e alcune eccellenze industriali rappresentano opportunità di sviluppo significativo.
Il Molise, caratterizzato da un territorio prevalentemente montuoso e rurale, presenta una situazione ancora più complessa. La scarsità di grandi centri urbani e industriali limita le possibilità occupazionali, risultando in salari medi ancora più bassi e una maggiore emigrazione giovanile. La questione della precarietà lavorativa si manifesta in modo acuto, rendendo la stabilità occupazionale un obiettivo difficile da raggiungere.
Nelle sezioni seguenti esamineremo più nel dettaglio i dati economici e occupazionali specifici di queste due regioni, cercando di identificare le possibili vie di miglioramento e sviluppo per il futuro.
Abruzzo
Secondo l’analisi condotta dal CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia – basata sui dati Istat, il mercato del lavoro in Abruzzo mostra segnali di peggioramento significativo. Rispetto alla fine del 2019, nel terzo trimestre del 2022 le forze di lavoro nella regione sono diminuite di 34,7 mila unità, pari ad un calo del -6,3%, un decremento quattro volte superiore a quello del Centro-Nord e maggiore anche rispetto al Mezzogiorno. Questo calo è dovuto a una riduzione di 21,3 mila occupati (-4,3%) e di 13,5 mila persone in cerca di occupazione (-21,8%). La diminuzione degli occupati è attribuibile in particolare alla riduzione dei lavoratori dipendenti (-6,3 mila) e all’incremento degli indipendenti (+2,2 mila). Nonostante alcune riprese sporadiche, il 2022 ha visto un ulteriore crollo delle persone in cerca di lavoro tra luglio e settembre. Il tasso di attività regionale è sceso al 54,2% a settembre 2022, inferiore di 2,7 punti percentuali rispetto alla media nazionale, con una contrazione peggiore rispetto a tutte le altre macroregioni italiane. Allo stesso modo, il tasso di occupazione, già più basso della media nazionale, è ulteriormente diminuito, intensificando il divario.
Molise
Nel corso del 2021, il recupero delle attività produttive e le misure di sostegno all’occupazione hanno contribuito a un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro anche in Molise, seguendo una tendenza simile a quella del resto del Mezzogiorno. Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro (RFL) dell’Istat, nel primo semestre del 2021 l’occupazione media nel Mezzogiorno ha registrato una crescita dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,8% in Italia), pur rimanendo inferiore di 2,8 punti percentuali rispetto ai livelli del 2019. In Molise, la partecipazione al mercato del lavoro è aumentata, con un incremento del 12,6% delle persone in cerca di occupazione, causando un aumento del tasso di disoccupazione, in linea con il trend nazionale. La regione Molise, con una popolazione di 294.294 abitanti a dicembre 2021, è suddivisa nelle province di Campobasso e Isernia e dispone di tre Centri per l’Impiego situati a Campobasso, Termoli e Isernia. I dati Istat rilevati nel 2020 indicano per la Provincia di Campobasso un tasso di occupazione del 48,8% e un tasso di disoccupazione del 13,3%, mentre nella Provincia di Isernia il tasso di occupazione è del 60,3% e il tasso di disoccupazione del 7,9%. Tra le principali aziende del settore industria e manifatturiero nella Provincia di Campobasso si annovera il Pastificio La Molisana spa e la Fater spa nel settore chimico, mentre a Termoli è presente lo stabilimento Fiat e altre aziende dell’indotto meccanico. Nella Provincia di Isernia, operano nel Nucleo Industriale la Sata spa del Gruppo SATA e Unilever nel settore chimico, con la Neuromed che si distingue nel settore ospedaliero e della ricerca.
Lavori più richiesti al momento
Attualmente, in Italia, alcune delle professioni più richieste includono figure specializzate nell’ambito dell’informatica e della tecnologia, come sviluppatori software, data scientist e esperti di cybersecurity. Settori come la sanità, il turismo di lusso e la sostenibilità stanno anch’essi emergendo come fonti di opportunità occupazionale. Ecco la lista dei lavori più richiesti fornita da Money.it.
- Addetto allo sviluppo commerciale: responsabile del raggiungimento degli obiettivi commerciali aziendali, nonché della ricerca nuovi clienti a cui propone prodotti adatti alle loro esigenze.
- Ingegnere dell’intelligenza artificiale: sicuramente la tecnologia del momento, con le aziende che proprio per questo motivo sono alla costante ricerca di esperti per sviluppare progetti utili al loro sviluppo.
- Soc analyst: ossia il responsabile della sicurezza informatica aziendale, colui che monitora le attività per individuare minacce e sviluppa tecnologie legate all’intelligenza artificiale.
- Sustainability specialist: si occupa della creazione e dello sviluppo di processi aziendali sostenibili, analizzando risorse e processi produttivi.
- Cloud engineer: valuta e supervisiona l’infrastruttura tecnologica di un’organizzazione per effettuare migrazioni al cloud e migliorare i sistemi.
- Data engineer: analizza e sviluppa sistemi per rendere utilizzabili i dati grezzi raccolti per scopi analitici o operativi.
- Responsabile ufficio acquisti: gestisce l’approvvigionamento delle merci necessarie per la produzione aziendale, negoziando con i fornitori e definendo strategie d’acquisto.
- Cyber security engineer: protegge i dati sensibili dell’azienda dalle minacce informatiche e implementa misure di sicurezza per la protezione dei dati.
- Consulente cloud: sostiene le aziende nella gestione dei servizi di cloud computing.
- Fiscalista: offre consulenza alle aziende per rispettare le norme fiscali di riferimento.
- Talent acquisition specialist: specializzato nella ricerca e nell’individuazione di talenti per aziende, soprattutto nel settore tecnologico.
- Performance engineer: valuta le prestazioni di prodotti e servizi per garantire standard qualitativi.
- Solutions consultant: esperto in soluzioni informatiche per implementare progetti funzionanti.
- Medical science liaison: facilita lo scambio di informazioni scientifiche tra l’ambito medico e le società farmaceutiche.
- Sviluppatore back-end: costruisce e mantiene i componenti della parte non visibile all’utente di un’applicazione o un sito web.
In base a questi lavori, possiamo individuare diversi settori lavorativi sui quali puntare per le possibilità di crescita professionale e le competenze richieste:
- Tecnologia dell’informazione e della comunicazione (ICT): comprende ruoli come il cloud engineer, data engineer, solutions consultant e cyber security engineer.
- Finanza e contabilità: include professioni come il revisore contabile e il fiscalista, che offrono consulenza per rispettare le normative fiscali.
- Risorse umane: ruoli come il talent acquisition specialist sono fondamentali per la ricerca e gestione dei talenti nell’ambito aziendale.
- Produzione e logistica: il responsabile ufficio acquisti gestisce l’approvvigionamento delle merci, negoziando con i fornitori e definendo strategie d’acquisto.
- Salute e biotecnologie: il medical science liaison facilita lo scambio di informazioni scientifiche tra l’ambito medico e le società farmaceutiche.
- Sviluppo software: comprende professioni come lo sviluppatore back-end, che costruisce e mantiene i componenti delle applicazioni.
- Settore del gioco online e iGaming: questo settore è in rapida crescita e richiede figure come il performance engineer per garantire standard qualitativi elevati nei giochi online e soluzioni informatiche robuste. Si possono trovare alcuni esempi grazie a miglioricasinoonline.info.
- Consulenza: i consulenti cloud ed i solutions consultant aiutano le aziende a implementare e mantenere tecnologie all’avanguardia, fondamentali in molti settori tra cui il gaming online.
Questi settori offrono molteplici opportunità e richiedono competenze avanzate, facendo dell’aggiornamento continuo un elemento chiave per il successo professionale.
Formazione: il ruolo cruciale delle scuole
La scuola è la prima colonna portante della formazione lavorativa, essendo il luogo dove si gettano le basi per le competenze future. Qui gli studenti acquisiscono non solo conoscenze teoriche, ma anche abilità pratiche e soft skills essenziali, come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e la capacità di lavorare in team. Tuttavia, per rispondere alle esigenze dei lavori di oggi, il sistema scolastico deve adattarsi e rinnovarsi costantemente.
In primo luogo, è necessario aggiornare i curricula per includere materie emergenti come scienza dei dati, intelligenza artificiale e sostenibilità ambientale, preparando così gli studenti alle professioni del futuro. Inoltre, dovrebbe essere incoraggiata una maggiore collaborazione tra scuole e aziende, creando percorsi di alternanza scuola-lavoro e stage che forniscano esperienze pratiche reali. Infine, è cruciale investire nella formazione continua degli insegnanti, garantendo che siano sempre al passo con le nuove tecnologie e metodologie didattiche. Adattando il sistema scolastico ai tempi moderni, si potrà formare una forza lavoro competente e pronta a rispondere alle sfide di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Conclusione
Abbiamo detto che parleremo di Italia in questo post e dunque non possiamo approfondire oltre il necessario le condizioni dei nostri colleghi europei (che comunque, come ci dicono i dati che stiamo esaminando, si trovano mediamente in condizioni migliori rispetto agli italiani). Vale però la pena ricordare che quello della scarsa competitività delle risorse umane è un problema europeo, che ci rende in generale meno competitivi su scala globale. Vi facciamo un solo esempio, quello delle competenze in ambito di intelligenza artificiale. Il Global AI Talent Tracker monitora il mercato globale delle competenze in questo settore: 28% dei migliori talenti nel campo dell’IA si forma negli Stati Uniti. Il 26% in Cina. Tra i Paesi europei, gli unici Stati rilevanti sono Francia (con una quota del 5%) e Germania (4%). Inoltre il 57% dei più bravi nel campo dell’IA lavora proprio negli States. Il 12% in Cina. Per Francia e Germania la quota scende a 4%.
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