Ogni volta che perdiamo, il pensiero della poetessa Cesira Donatelli
Sono le sei del mattino, me lo confermano anche, i rintocchi dell’orologio, che oggi mi giungono come freddi e distanti. Mi assale, a dire il vero, torna solo a galla, un’angoscia, la lenisco parzialmente, portandomi per dei minuti, solo miei, in posizione fetale, dicendomi che risaliremo questa china.
Un nuovo giorno di sole, che non tutti percepiranno come tale, sta spiccando il volo. Senza accorgermene scopro che il magone che mi trascino ha fondamenta solide, mi ritrovo a pensare a chi andrà al lavoro, a chi non potrà, a chi si sentirà mancare le forze, a chi conoscerà stanze che sanno di medicinali, a chi vorrà e non potrà dare una carezza, a chi vorrà e non potrà ricevere un bacio, a chi avrebbe solo bisogno di un’ordinaria degenza, che forse gli verrà negata, a chi spirerà privo del dignitoso diritto di un addio.
Tutto questo, sicuramente trova collocazione nella dicitura Covid 19, ma a mio modesto parere ha origini profonde e colpose, a cui, purtroppo, non siamo tutti immuni.
Mi viene da supporre che il nostro contagio sia più vetusto, probabilmente si è venduto bene ed in maniera insospettabile, vestendo i panni di un elegante e sicuro asintomatico.
Giungo alla conclusione, vi giuro non affrettata , che ogni volta che abbiamo avallato una scorrettezza, ogni volta che abbiamo chiesto un favore all’amico ammanicato e potente, ogni volta che abbiamo beneficiato di una raccomandazione, ogni volta che abbiamo trovato le scorciatoie per non fare la fila, ogni volta che abbiamo votato su suggerimento o indicazione, ogni volta che ci siamo ritenuti migliori di altri e per tanto ce ne siamo fregati di ledere un diritto di terzi, ogni volta che abbiamo taciuto davanti ad una corruzione, ogni volta che abbiamo plauso ad un corrotto, ogni volta che abbiamo sbandierato l’inciviltà al posto della civiltà, ogni volta che non siamo stai uomini o donne rispettosi delle regole dell’onestà, ogni volta che non abbiamo aperto le porte del carcere per chi ha commesso reati, ogni volta che abbiamo fatto finta di non sentire pianti e bombe, ogni volta che una cosa piuttosto che un’altra non ci ha riguardato, abbiamo indebolito il sistema Stato, abbiamo fortificato il ponte sbagliato, quindi abbiamo perso!
Abbiamo perso un posto letto, abbiamo perso una terapia intensiva, abbiamo perso una bombola di ossigeno, abbiamo perso un medico, abbiamo perso un ricercatore, abbiamo perso dignità e ora perdiamo lavoro, perdiamo vite.
Per non rischiare di perdere la dignità rimasta, per dovere verso chi ha sempre rigato dritto, per chi sta pagando un prezzo altissimo, per la necessaria fratellanza che deve distinguerci perché figli di questa terra, torniamo a seminare il genuino, torniamo a pretendere l’onestà di chi ci guida, torniamo a condannare tutto ciò che lede il grado di civiltà del nostro Paese, torniamo alla civiltà intesa come principio attivo, concependo come fondante il nostro dovere di essere giusti e corretti, esigendo altrettanto giusto ed altrettanto corretto. Diveniamo giudici severi lì dove non vi è forma di trasparenza, non diamo spazio alle dimenticanze o alla leggerezza, l’esempio e la condotta del singolo, fanno l’insieme, nulla ci verrà tolto se noi per primi non togliamo.
Cesira Donatelli
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