Pescopennataro, acceso il tradizionale “Fuoche de Sand’Anduone”
Anche la calda serata ha contribuito all’ottima riuscita della accensione del grande falò, nella piazza principale del paese, in onore di Sant’Antonio Abate protettore degli animali. E’ un rito che si ripete da anni la sera del 16 gennaio ed ha visto la partecipazione di tanta gente proveniente dai vicini paesi. E’ una usanza alquanto sentita da tutta la comunità pescolana che dopo la messa vespertina e la benedizione del parroco assiste a “Re fuoche de Sand’Anduone”.
La pesante statua del santo, interamente in legno risale al 1889, e viene venerata nella chiesa Madonna delle Grazie ubicata al centro del paese. Essa rappresenta il santo Antonio Abate con una lunga barba bianca, un porcellino ai suoi piedi, e appoggiato ad un bastone a forma di Tau. Denominato “Padre dei Monaci” nacque nel 251 nel villaggio di Coma in Egitto, da benestanti agricoltori cristiani. Aveva solo venti anni quando rimase orfano di entrambi i genitori e con altri monaci fondò delle comunità anacoretiche per poi ritirarsi a vita ascetica in un castello della Tebaide coltivando un orticello per il suo sostentamento. Morì ultracentenario nell’anno 356. Estremo difensore delle donne offese, gli furono attribuiti diversi miracoli.
Si racconta che era oggetto di riti burleschi e rassomigliato ad un fantoccio, da allegre comitive veniva portato in giro per i paesi inseguito dal diavolo. Viene festeggiato in tanti centri molisani, ma a Pescopennataro in maniera molto semplice. In piazza viene accatastata la legna donata dalla gente, e grossi pezzi di legno di abete e faggio alimentano un grande falò il cui calore illumina e riscalda cuori. Mentre spettacolari lingue di fiamme salgono in cielo, i presenti hanno potuto degustare del vin brulè, delle ottime penne all’arrabbiata, cotiche e fagioli,panino con porchetta e dolci locali preparati dai componenti della Pro-Loco al modico prezzo di sette euro.
La festa si è protratta fino a tarda ora ed è terminata con l’estrazione de “Re purchitte de Sand’Anduone”, un vero maialino che per tutta la serata liberamente scorazza fra la gente facendo contenti i bambini. Per i presenti di certo è stato motivo di gioia per aver passato una serata diversa dalle altre e il merito va al Comune e Pro-Loco che sacrificando il loro tempo libero si sono prodigati per portare ancora in auge una tradizione che sta a cuore all’intera popolazione pescolana.
Il maiale è stato vinto dal possessore del biglietto C3, mentre il prosciutto come secondo premio dal biglietto C 15.
Adolfo Terreri
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