“Tumbr fest 2020” a Sant’Angelo del Pesco tra fuoco, spettacolo, gastronomia e musica per festeggiare sant’Antonio Abate
Dopo l’edizione estiva dedicata alla transumanza il filo conduttore si sposta sulla figura del santo protettore degli animali, molto caro all’entroterra italiano del centro sud Italia.
Non ci sono più le persone di un tempo in paese, gli animali sono quasi del tutto scomparsi e il santo non viene venerato come in passato da molti anni ormai ed è per questo importante riportare in superfice le braci del fuoco della memoria collettiva, che giacciono sotto un lieve strato di cenere. Per una serata in cui arte e musica riscalderanno l’animo dei presenti insieme al fuoco nel cuore dell’inverno altomolisano.
Dalla benedizione degli animali dinanzi la chiesa di san Michele Arcangelo si passerà all’accensione del fuoco e della serata che decollerà con lo spettacolo del Narratografo Stefano di Maria, che con i suoi racconti ci accompagnerà sino all’ora di cena (a base di cibo della tradizione). In seconda serata i Musicantour a suon di canti e balli ci riscalderanno con la loro energia.
Il santo anacoreta è stato da sempre venerato in paese, lo certificano un altare e una statua a lui riservati nella chiesa madre e una delle strade del paese porta il suo nome.
Il programma della serata è il seguente:
ore 18:00, benedizione degli animali dinanzi alla chiesa di san Michele Arcangelo;
ore 18:15, accensione del fuoco di sant’Antonio.
ore 18:30, i raccconti del “Narratografo” Stefano Di Maria e dei suoi accompagnatori ci trasporteranno nelle radici delle storie dei nostri paesi; ore 20:40, suoni in libertà con i Musicantour provenineti da Barrea, cibo della tradizione e buon vino non mancheranno di certo.
Il Tumbr fest nasce nel 2016 e prende il nome dall’antica unità di misura utilizzata durante il regno delle due Sicilie e messa fuori corso nel 1861, a seguito dell’unità d’Italia. Il tomolo, a cui tutti gli anziani si riferiscono quando si parla della terra, è quello da cui, per un’intera civiltà, tutto discende. Che ci vogliate credere o no, nei paesi come i nostri ha resisto per oltre 150 anni e ad oggi è ciò che racchiude il nostro passato. Il festival nasce con l’intento di riportare a galla antiche usanze per preservarle dall’oblio a cui sono destinate. Usi, costumi e tradizioni ormai quasi del tutto perduti. Lo spirito di convivialità e freschezza lo caratterizzano nelle sue poche edizioni, che con un filo conduttore ogni volta esplorano le radici del territorio e della cultura popolare.
Ph copertina Vivisantangelo ©
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