Uncem, a capodanno e per tutto il 2020 scegli la montagna
Uncem lo fa tutti gli anni, d’intesa con molte associazioni di imprese e Unioncamere: l’appello a “comprare in valle”, nel paese dove ti trovi, a non portare tutto da casa, a entrare nella bottega, a pagare anche qualche centesimo in più quel prodotto, lo rinnoviamo anche oggi, 30 dicembre 2019. Il 2020 sarà un anno nel quale i commercianti, anche i più piccoli dovranno fare i conti con scontrino elettronico e altre necessità burocratiche.
Ci si modernizza e si guarda avanti, anche se non sempre è semplice, in particolare per i più piccoli. È anche l’anno, il 2020, nel quale per la prima volta sono stanziati dallo Stato 40 milioni di euro per supportare le imprese e gli esercizi commerciali presenti nelle aree interne. Era stata un’istanza Uncem, con tanti altri Amici, sin dall’avvio della Strategia nazionale per le Aree interne, nel 2012 e poi per dare concretezza alla legge sui piccoli Comuni 158 del 2017. Ora ci siamo e queste risorse certificano la necessità di un migliore e più forte legame degli Enti locali con le imprese.
La politica, nazionale e regionale, deve fare il suo, con opportune scelte. Vale ad esempio la necessità di ampliare le zone economiche ambientali previste nel Decreto Ambiente all’interno dei Parchi nazionali. Una buona scelta. Ora però queste differenziazioni fiscali vanno estese alle aree interne e montane che veramente ne hanno bisogno. Vi sono livelli di marginalità socio-econonomica, nelle Alpi e negli Appennini, differenti e da riconoscere per opportuni investimenti e sgravi. Un percorso da fare che già nella legge 97 del 1994 era stato abbozzato. Ripartire con nuove politiche per la montagna, superando disuguaglianze e sperequazioni, è già un fatto concreto.
Molto devono farlo le Istituzioni, ma Uncem ha sempre ribadito che altrettanto va fatto con una nuova cultura dei territori. Una nuova coscienza di territorio, per dirla con Aldo Bonomi, non solo per chi vive nei territori. La montagna non è solo spazio ludico ed estensione – in alcune aree più turistiche – di un quartiere cittadino. Non è lo spazio dove ci si sposta per le feste e per divertirsi dimenticando tutto quanto sta intorno. Le nostre Montagne, diverse ma con esigenze molto simili a tutte le latitudini del Paese, sono luogo che produce e che vuole definire nuovi percorsi di crescita. Evitare la marginalizzazione e i divari sociali, economici, digitali.
Siamo turisti amici nei luoghi del Green New Deal per eccellenza, dove foreste e acqua garantiscono biodiversità e benessere per tutti, anche per chi vive tutto l’anno in città. Peccato che questo ruolo, questa erogazione di “servizi ecosistemici-ambientali” non venga sempre riconosciuta. Difficilmente chi da oggi sale nelle località alpine e appenniniche ci penserà. Uncem non chiede questo. Ma fa un appello a tutti: pensiamo, pensate ai luoghi e alle comunità dove vi trovate, all’ambiente e alle persone che tutto l’anno hanno scelto di restare. Non sono “gli ultimi”, non sono certo quelli che non sapevano dove andare.
La presenza di paesi, borgate, imprese, esercizi commerciali, servizi, scuole, uffici postali, case della salute, farmacie, parrocchie è una presenza, nei territori alpini e appenninici, che fa bene a tutti. Riconosciamola. È essenza dell’Italia. Scegliendo quel negozio nel borgo, quel servizio, anche quell’impianto di risalita, quell’acquisto non on line ma al banco, permettiamo al (P)paese di vivere. Piccoli gesti. Senso culturale del territorio e della coesione. Non c’è spazio urbano, città, senza spazi rurali, aree interne, boschi e acqua, piccoli negozi aperti, resistenti e resilienti. Legami, interazione, scambi. Da rendere più forti e più giusti nel 2020.
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