Villa Scontrone in festa per i 100 anni di Antonio Canale
VILLA SCONTRONE – Grande festa a Villa Scontrone, dove ieri, domenica 28 luglio, il signor Antonio Canale ha spento cento candeline.
Per il celebrare il secolo di vita, il neo centenario – che conserva ancora una invidiabile lucidità e gode di buona salute – dopo la Santa Messa ha dato appuntamento a tutta la comunità al ristorante “La Cascina”.
I festeggiamenti sono proseguiti fino al tramonto e in tantissimi hanno voluto omaggiare “nonno Antonio”, uomo di enorme saggezza e da tutti benvoluto, per lo storico traguardo. A rendere ancora più allegra la giornata, gli stornelli dei Sonatour di Civitella Alfedena e Barrea, molti dei quali canticchiati dall’arzillo campione di longevità.
Nato a Villa Scontrone il 28 luglio 1924 dall’unione tra Margherita Tarullo e Domenico Canale, secondo di sette figli, fin da bambino si è dedicato al lavoro nei campi e al pascolo contribuendo costantemente ai bisogni della famiglia.
Dopo la prematura morte del padre, quando aveva 18 anni, si fa carico delle esigenze familiari mentre il fratello maggiore è in guerra. Durante il secondo conflitto mondiale è costretto a lasciare il paese e a rifugiarsi a Castellaneta, in Puglia, dove per un breve periodo si ritrova a fare l’aiuto cuoco per l’esercito polacco.
Nel gennaio 1955 sposa la donna della sua vita, Rosa Di Vito. Svolge poi svariati lavori stagionali, tra cui spalatore di neve della ferrovia in inverno e bracciante agricolo in estate. Tra il ’56 e il ’57 contribuisce alla realizzazione della strada tra Alfedena e San Francesco e alla raccolta del legname nel bosco di Sant’Antonio.
Nel 1960 inizia a lavorare stabilmente nell’azienda agricola che aveva sede nell’allora Birra d’Abruzzo, il primo storico birrificio d’Abruzzo. Nel 1964 viene assunto dalla Scuola Agraria di Castel di Sangro, in contrada Valle Salice, come custode dell’azienda agricola gestita dalla scuola e allevatore del bestiame.
Si stabilisce dunque nel cosiddetto “Casone”, una ex struttura di proprietà della Chiesa e crocevia dell’antico tratturo, e qui vive con la moglie e i suoi tre figli Giuseppe, Giovanni e Mario fino al 1984, quando dopo il pensionamento ritorna a Villa Scontrone.
Nel suo amato paese nel corso degli anni ha ricostruito il suo ambiente lavorativo, coltivando campi e allevando bestiame. Negli anni le sue passioni sono state principalmente la caccia ma soprattutto la montagna, in tutte le sue sfaccettature. Grande amante del gioco delle carte, in particolare dello scopone scientifico, di cui detiene il trofeo per un primo posto ottenuto al torneo disputato nel bar del paese.
Legatissimo ai suoi tre nipoti Antonio, Riccardo e Marta, ai quali con orgoglio e passione racconta episodi di vita vissuta, aneddoti e storie con eccezionale accuratezza per date e luoghi, non mancando di riferimenti ironici e divertenti.
Grande collezionista, è appassionato di orologi da taschino e da polso, ma paradossalmente il tempo per lui non è mai stato fonte di stress. Ricorda ancora oggi parole e numeri in lingua polacca, appresi durante l’esperienza della seconda guerra mondiale. Non ha mai guidato l’auto, ma fino a poco tempo fa andava ancora in bicicletta, accompagnato dalla sua fedele cagnolina.
I familiari rivelano qualche suo segreto della longevità: “Programma le sue giornate – dicono – come gli viene più comodo, con motivazione e obiettivi costanti, ama la sua realtà e il suo ambiente, segue il ritmo del sole e della natura e gestisce i suoi pasti senza abbuffarsi, concedendosi il bicchiere di vino, il momento euforico e non disdegnando il canto libero, sempre con un grande sorriso“.
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