Benvenuti nello ‘Snow Park’ di Castel di Sangro che non c’è
A poche centinaia di metri dal Convento della Maddalena, Il sogno del 2007 si chiamava “Snow Park Altosangro”. Doveva essere una struttura sportiva d’avanguardia, rivolta agli appassionati delle discipline invernali ed acrobatiche. L’impianto inaugurato a Castel di Sangro, in quel sabato del 29 dicembre, era in grado di offrire divertimento garantito, pensate, a circa trecento utilizzatori nell’arco di un’ora.
Diverse le possibilità di fruizione, sia in estate che in inverno, si affermava: “attraverso una forma di sci esclusivo su neve sintetica”. Il tappeto sintetico era stato costruito dalla ‘Snowsun’, industria italiana di fama internazionale. L’opera realizzata sul suolo comunale, in concessione ultradecennale all’imprenditore molisano Gino Calgione (lo stesso che gestisce l’Acquapark), era stata finanziata con circa 500.000 euro.
Considerata la pista di “railpark” più grande di Europa – dopo quella di Bucarest – la discesa possedeva un tracciato di ben centocinquanta metri e cinque postazioni rail. Non solo “snowtoubing” e “snowboard”; sulla terza pista in terra battuta si poteva praticare anche il “mountainboard”. Si era pensato anche ai bambini con l’ideazione di un piccolo percorso praticabile su ruote, ubicato nel piazzale.
Purtroppo ad infrangere le piste ed i sogni, durati appena un paio di stagioni, è bastato lo smottamento del terreno – a causa delle pioggie – in cui le opere erano state materializzate. Adesso, tutto quello che rimane in “bella” vista è ciò che mostrano i nostri scatti. E a pensare che, allora, l’ idea fu sostenuta con non poco entusiasmo dal Comune di Castel di Sangro: “Per favorire nuove opportunità di turismo alternativo con prevedibili ricadute economiche per gli operatori del settore e per quelli della ricettività“.
Fine nobile, nulla da dire. Peccato che nell’ultimo quinquennio dello ‘Snow Park’ non se ne sia più parlato, a parte qualche pettegolezzo sul finanziamento ed i lavori eseguiti. Adesso, però, all’opinione pubblica piacerebbe sapere se in qualche programma elettorale sia stata considerata l’ipotesi di riportare in auge l’area che – a visione popolare – non merita di rimanere in queste condizioni. Attendiamo risposte.
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