Sul caso dell’impianto di compostaggio a Bocche di Forlì interviene sul social network, Erminia Scioli ex responsabile del Circolo Pd di Castel di Sangro: “ I procedimenti sanzionatori sono ormai avviati, dopo che il sopralluogo di ARTA e ASL ha verificato la precarietà ed il degrado del luogo (Il principio del D.Lgs 152/06 è “chi inquina paga”). La Regione ha dato sei mesi di tempo a proprietario e gestore per riparare i danni e rimettere in moto l’impianto. Ai dipendenti va il merito di aver fatto scoppiare questo bubbone: è vero sono stati tutti licenziati ma avranno almeno la certezza di ricevere l’indennità di disoccupazione, dopo aver lavorato gratis per ben 17 mesi.

Ora le priorità sono due – ribadisce la Scioli – la prima è decidere dove andranno a finire e come si pagherà la rimozione di tutti i rifiuti che erano stati ammassati nel capannone e sui piazzali (il cui costo di smaltimento è di circa 100.000 euro); il secondo, molto più importante perchè attiene la salute pubblica e l’inquinamento ambientale, è sapere chi garantirà che le cose vengano fatte secondo legge, capire se i CSC e i CSR sono stati superati, verificare attentamente tutte le fasi di attuazione della “messa in sicurezza”.

Parallelamente occorre liquidare il socio privato e cercare altre disponibilità, per attuare il progetto di revamping e ricominciare a far girare l’impianto (riassumendo gli operai). Aggiornare il sito pubblicando finalmente i dati delle analisi su suolo, acque e aria è necessario, nel rispetto del principio di trasparenza verso i cittadini.  E qui lancia il monito ai vertici del suo partito: “Ecco cosa dovrebbe pretendere il Partito Democratico…oltre, ovviamente, le dimissioni dei propri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione (Roberto Ciampaglia e Massimo Scura) “.