Castel di Sangro, folla interminabile per l’ultimo saluto a Giancarlo
“Dare un senso all’esistenza terrena, senza abbracciare la fede cristiana, è impossibile come cercare una spiegazione al mistero della morte: non vi è logica umana. Dovremmo rimanere in silenzio e meditare sul perché il Signore abbia voluto anticipare così presto la festa di Giancarlo nel Regno dei Cieli”. Così il parroco della Basilica di Santa Maria Assunta Don Domenico Franceschelli – questa mattina alle 11 – ha aperto la cerimonia religiosa officiata insieme a Don Antonio Aconito per le esequie di Giancarlo Colangelo, ingegnere quarantenne di Castel di Sangro, scomparso a causa di una terribile malattia.
“Ciò che ci spaventa non è la morte ma la sofferenza. Maggiore è la ricompensa per chi ha lottato nella vita contro la sofferenza”. Parole di speranza pronunciate da Don Domenico che diventano certezza nella fede. “Disponibile, generoso, premuroso ed educato – così lo descrivono i suoi coetanei. Parole sentite e pesate, pronunciate sui social e fuori dalla Chiesa, testimoniate dalla folla inquantificabile, con gli occhi gonfi di lacrime, presente all’ultimo saluto. Amici ed amiche del ’76 che, tra i banchi di scuola, all’università, e nella vita quotidiana, hanno vissuto intensamente momenti di felicità insieme a lui.
Composti ai primi banchi, i genitori Pasquale e Angela, i fratelli Andrea e Danila, circondati dai parenti, amici di famiglia, colleghi di lavoro e conoscenti. Commovente il gesto di alcune anziane che, all’uscita del feretro, hanno lanciato dei confetti bianchi sulla bara. “Qui piangiamo sconsolati – ha detto una donna al cronista – ma dove sta Giancarlo è festa”.
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.