Castel di Sangro, reparto di chirurgia: intervengono CGIL – CISL
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della CGIL – CISL – FP.
A ridosso delle elezioni regionali la notizia della chiusura della Chirurgia di Castel di Sangro giunge come un macigno sulla Sanità del Centro Abruzzo. “A distanza di 48 ore si è proclamata nuovamente l’apertura ma con un solo medico chirurgo che, per due turni su tre, arriva da Avezzano o dall’Aquila. Questo vuol dire che presso la Chirurgia di Castel di Sangro non si possono effettuare interventi chirurgici a meno di piccoli interventi ambulatoriali“.
Dunque il Chirurgo di turno non può che diagnosticare una patologia chirurgica e poi inviare a Sulmona il paziente. Come ormai succede troppo spesso in questo nostro territorio, si è trovata una soluzione “di facciata” senza considerare che la popolazione anela ad avere determinazioni più concrete, realmente efficaci e durature nel tempo.
Ad aggravare la situazione denunciamo anche la grave carenza a carico del Pronto Soccorso, in quanto attualmente sono in servizio solo due medici più il responsabile, per cui risulta impossibile garantire i turni h 24; soprattutto in questo periodo con il notevole flusso di turisti impegnati sulle piste da sci, i servizio andavano rafforzati e non chiusi, come nel caso della chirurgia, adducendo come motivazione la ingiustificata carenza di personale.
Nonostante le strumentalizzazioni, però, bisogna tornare indietro di parecchi mesi, anzi di anni, quando nel 2017 l’Atto Aziendale, redatto dall’attuale Direttore Generale, in collaborazione con il Governo Regionale, istituiva, per il PO di Castel di Sangro soltanto un servizio di Chirurgia dipendente dalla UO di Sulmona.
Una decisione, dunque, che non deve cadere come una doccia fredda sulla popolazione sangrina. Più volte le scriventi organizzazioni sindacali, che bene avevano letto e interpretato le carte, hanno posto all’attenzione degli amministratori il depauperamento di una sanità pubblica già molto sofferente in una zona in cui ci sarebbe maggiormente bisogno di assistenza.
Moltissimi appelli sono stati effettuati dalla CISL FP/CISL Medici e FP CGIL/FP CGIL Medici affinché le forze territoriali, Sindacali, politiche si mettessero insieme per costituire un fronte comune da opporre alle decisioni prese nelle stanze del potere, ma nessuno ha risposto, nemmeno gli amministratori, proprio quelli che oggi pagano il prezzo più alto, oltre, naturalmente, ai cittadini che si vedono costretti ad essere trasferiti a Sulmona per un qualsiasi dolore addominale.
D’altronde non si può nemmeno pensare che la UO di Sulmona possa, già in organico scarso, provvedere al fabbisogno dell’Ospedale di Castel di Sangro. Ancora una volta, dunque, le scriventi OOSS ribadiscono che la soluzione sta nelle assunzioni a tempo indeterminato, sia per Sulmona, in maniera da riuscire a sopperire alle richieste del territorio sangrino, sia per Castel di Sangro affinché possa, viste le distanze ed il territorio, mantenere una propria autonomia.
Non accettiamo, inoltre, il sottile ricatto degli amministratori sangrini, che paventano un flusso di prestazioni in uscita verso il Molise. Ricordiamo che il PO di Sulmona è l’Ospedale di riferimento del territorio e auspichiamo che, invece, cercheremo nel futuro più prossimo possibile di iniziare a ragionare insieme per una Sanità di qualità su tutto il territorio, ricomprendendo magari, come già più volte espresso in altre occasioni, l’Alta Val Pescara.
Al neonato Governo Regionale chiediamo di non dimenticare le promesse fatte durante la campagna elettorale, al fine di restituire respiro ad un territorio già molto prostrato, ripristinando una Sanità vicino alle persone, più attenta ai bisogni del territorio, più conforme ai bisogni degli operatori che, non dobbiamo dimenticarlo, lavorano da troppo tempo in condizioni di grande difficoltà“.
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