Castel di Sangro, torna la scuola estiva di alta formazione filosofica: ospite d’eccezione Dacia Maraini
Il nostro è un “tempo di privazione”, come affermava Heidegger, in cui si è assistito al crollo delle filosofie sistematiche, alla caduta delle visioni del mondo, al rifiuto dei saperi universali e della stessa ragione che di quelli era lo strumento, ma insieme – o di conseguenza – hanno fatto irruzione i saperi nuovi. E non è senza significato sottolineare come in tale contesto le teorie che si sono venute configurando siano cifre di questa stessa crisi, espressioni dell’allontanamento da quei modelli di razionalità che hanno dominato nella tradizione filosofica occidentale.
In questa complessa temperie si sono aperti infiniti itinerari di riflessione il cui sfondo teoretico può essere rappresentato dal “pensare senza ringhiera” di cui parla Hannah Arendt, una metafora facilmente comprensibile: siamo abituati ad appoggiarci alla ringhiera dell’identità, al valore dell’unità, al logos.
Il filone che intendiamo seguire è identificabile come pensiero della differenza sessuale, o filosofia di genere, intrecciato con i temi, sopra accennati, relativi al crollo della ragione sistematica, a cui si deve aggiungere la messa in crisi del soggetto monolitico e l’irrompere dell’alterità o della pluralità nel cuore del sé. In particolare potremmo focalizzare la dualità di genere come fattore imprescindibile di interpretazione del sé, del mondo e della storia quale rinveniamo nelle riflessioni di molte pensatrici femministe, quali Luce Irigaray, Judith Butler, Rosi Braidotti, la Comunità di Diotima.
In questi lunghi anni con Egida Morale del Comune di Castel di Sangro e Comune di Pescocostanzo abbiamo messo in campo svariate professioniste e docenti universitarie quale un “prisma dell’appartenenza sessuale”, espressione con la quale si allude al cammino percorso dagli women’s studies, esplosi, con molta generalizzazione, negli anni Sessanta; oggi, un quarantennio dopo, possiamo senza fatica cogliere quanto tale cammino sia stato qualitativamente e quantitativamente di crescita. Il grande sviluppo di ricerche in tale ambito e in contesti disciplinari molto diversificati ha mostrato l’emergere di un continente da troppo tempo sommerso, continente o altopiano molto frastagliato, caratterizzato da tante regioni unite da affinità diversamente relazionate.
Si è parlato di un “pensare senza ringhiera”, si è detto che le filosofe e le storiche e le saggiste contemporanee intraprendono un itinerario, un viaggio, tentando l’interpretazione dei segni e delle cifre del mondo in cui ci troviamo. Inoltre è significativo evidenziare come il pensiero femminista abbia lasciato un’impronta paticolare, sia rispetto alle scelte dei temi sia al modo di affrontarli e svolgerli: è quindi necessario mostrare il vantaggio che deriva alla storia della filosofia dall’elaborazione delle massime questioni da parte delle donne.
Se è vero, come affermava Parmenide, che il percorso della filosofia non si svolge «lontano dal cammino degli uomini» ma lungo il loro stesso sentiero, ciò sta ad indicare che i filosofi non vivono in un mondo privato, né in un empireo astratto e pertanto la filosofia riceve dal contesto sociale, culturale e storico in cui gli esseri umani vivono gli stimoli e gli interrogativi cui dare risposte. Si giunge così con successivi passi di avvicinamento al tema più urgente per il nostro contesto cioè la riflessione etica nella quale troviamo sia le elaborazioni già avanzate dal femminismo degli anni Settanta sia i più recenti ripensamenti di alcuni concetti chiave.
Dopo quanto osservato circa l’ambivalenza che le problematiche etiche evidenziano, venendo all’argomento che ora interessa – la possibilità di un’etica nuova di confronto – dobbiamo rilevare come l’interrogarsi della donna su se stessa, la ricerca sull’identità femminile in quanto tale, comporti dei cambiamenti radicali non unicamente in relazione all’indagine sulla verità, non solo in riferimento al recupero del soggetto dimenticato nell’odierna crisi del Cogito ma in vista di una ricodificazione etica e quindi di un’etica della differenza sessuale; su questa strada il pensiero e pratiche e saperi delle donne, diventa interlocutore primario di quel dibattito che nel pensiero contemporaneo costituisce uno dei momenti più interessanti. Il punto di partenza, ormai palese rispetto a quanto detto, è stato ripensare il sé da parte del soggetto, e del soggetto femminile, evitando almeno nelle riflessioni più “pensate” l’egualitarismo astratto come una mistica della femminilità. E’ chiaro quindi che da Pechino in poi molte riflessioni vadano fatte.
Se grande è stata la ricchezza di contributi derivati da “una voce di donna”, il percorso è difficile – il dibattito è ancora in corso e in questa sede si può solo accennare – perché si tratta di una metanoia da compiere nel campo etico e non di semplici aggiustamenti nel senso di una ricodificazione. Tuttavia non si può nascondere la difficoltà intrinseca che il pensiero della differenza sessuale incontra in questo settore, cioè nell’ambito etico, in cui si gioca una sfida: parlare di soggetto morale femminile e tentare di risolvere il problema della soggettività morale, infatti, contrasta con il concetto di morale come superamento delle inclinazioni particolari sensibili e ricerca dell’universale, teoria secondo la quale la differenza sessuale è solo un vincolo naturale da superare per giungere al soggetto morale che è neutro.
Ci avvaliamo anche quest’anno di un parterre di studiose quali Esther Basile, Carmen Dinota, Angela Caruso, Rosamaria Lentini, Gioconda Marinelli, Maria Marmo, Francesca Patton, Maria Stella Rossi, Maria Rosaria Rubulotta, le giornaliste Carmela Maietta e Laura Viggiano, una ospite dall’Egitto Wardshan Mostafa, e dalla Serbia Ciric Slobodanka. Interventi di Marika Di Carlo; Marco Melillo (letture) M.Valerio Bruner (chitarra); Beneditta Pesino (voce).
Chiude il ciclo delle Lezioni che si dipanano fra il Museo Aufidenate, Museo Patini e Musec di Isernia e Palazzo Fanzago a Pescocostanzo la grande scrittrice Dacia Maraini che sarà ospite il 29 luglio, ore 11, presso il Museo Aufidenate di Castel di Sangro.
Angela Caruso
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