Ospedale Castel di Sangro, riprendono le attività chirurgiche ma aumentano le criticità
Aumentano esponenzialmente le criticità all’ospedale di Castel di Sangro. L’emergenza coronavirus, come è noto, ha procurato la sospensione dell’attività chirurgica dallo scorso 11 marzo. La sala operatoria – secondo indiscrezioni – dovrebbe riaprire domani (11 giugno), a ritmo ridotto: il numero delle sedute operatorie verrà deciso man mano dal responsabile dell’anestesilogia di Sulmona, in base alla disponibilità degli specialisti; ma la priorità – sia chiaro – sarà prerogativa dell’ospedale di Sulmona.
E come se non bastasse si devono fare i conti con il pensionamento di alcuni infermieri ed operatori socio-sanitari. Per non parlare del mancato reintegro del personale in servizio al reparto di ortopedia-chirurgia, che era stato dislocato in altre unità operative. E per dirla tutta si vocifera che non vi è nessuna intenzione di assumere altro personale. Una situazione difficile anche per garantire i turni di servizio notturni. Qui pare che si sia deciso di consentire solo attività a ciclo diurno: interventi di piccola chirurgia in day surgery. Nulla di più di quanto già previsto e programmato con atto aziendale qualche anno fa. Gli interventi che richiedono il ricovero ordinario potranno essere svolti in numero esiguo ed insufficiente, utilizzando soltanto due posti letto allocati presso la Medicina.
Con queste limitazioni nessuna struttura sarebbe efficientemente in grado di soddisfare le richieste dell’utenza, perdendo l’attratività soprattutto per quella extraregionale: la mobilità è la cosa più preziosa per la Asl 1. In particolare per l’ospedale di Castel di Sangro costituisce un valido punto di riferimento: circa il 70%.
Per il reparto di chirurgia-ortopedia la morte è vicina se i dati a consuntivo del 2020 saranno negativi come ,purtroppo, si prevede. Ma si spera vivamente in un miracolo.
Non basterà inaugurare il nuovo macchinario per la risonanza magnetica o far sfilare il politico di turno per il taglio del nastro, come presto accadrà. La medicina, dovrebbero saperlo bene i politici, non è fatta solo di diagnostica. Ed è inutile se poi non ci si possa curare all’interno di un ospedale che possa definirsi tale.
Le ambulanze – ci dispiace tanto dirvelo – continueranno a fare la spola da Castel di Sangro a Sulmona, quando si avrà necessità di un intervento improvviso al Pronto Soccorso. Uno scenario inquietante al quale gli ottimi camici bianchi dell’ospedale sangrino cercano in tutti i modi di resistere. Ma fino a quando?
La direzione sanitaria, in questi giorni, è tornata alla carica per chiedere di riattivare i posti letto per le unità operative di ortopedia e chirurgia; come anche per riattivare temporaneamente 2 posti letto. Chiedendo che il personale infermieristico – temporaneamente assegnato al pronto soccorso per l’emergenza covid – torni a prestare servizio nelle sale operatorie.
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.