Salvarono i faldoni dell’anagrafe di Castel di Sangro nel ’43, Cincione chiede l’intitolazione dell’archivio comunale a 4 ragazze
Intitolare l’archivio storico di Castel di Sangro a quattro ventenni che, nel secondo conflitto mondiale, dopo la distruzione del paese per mano dei tedeschi – il 7 novembre 1943 – si prodigarono volontariamente a recuperare i faldoni dell’anagrafe sotto le macerie del comune, spinte da “un encomiabile senso del civismo”, come testimoniato dalle parole di Carlo Fiocca, allora tredicenne, nel suo libro scritto decenni dopo ”Anche noi civili combattemmo la nostra guerra”.
Ad avanzare questa proposta al Sindaco ed ai capigruppo di maggioranza e minoranza del Comune di Castel di Sangro è l’architetto Claudia Cincione, figlia di Maria Checchina Marchionna, una di quelle ragazze che insieme a Nicolina Buzzelli, Lina Bellisari e Irdide Sfirri, “Vagarono, scavarono e cercarono fra le macerie del distrutto Comune i faldoni dell’anagrafe, oggi conservati presso la Biblioteca Comunale – scrive con dovizia di particolari l’anziano medico in quiescenza Fiocca, memoria storica di Castel di Sangro, che conclude il passaggio dedicato al bel gesto, disinteressato, dando giusto risalto a quelle ragazze. “Per esclusivo loro merito ci è consentito di rifare la storia di tutta la cittadinanza di un tempo. Da parte di tutti è doveroso dire loro il più sentito grazie.”
Un’istanza che meriterebbe di essere accolta senza alcun indugio, vorrebbe il buon senso. Anche per lasciare un esempio tangibile alle nuove generazioni. E l’architetto Cincione infatti nella sua nota, protocollata il 27 settembre scorso, offre profondi spunti di riflessione. “Per lo spontaneo e disinteressato impegno, per la passione civile dimostrata in uno dei momenti più tragici della nostra storia, da quattro ragazze, allora poco più che ventenni. Ciò – conclude la proposta – costituirebbe un risarcimento meritato, anche postumo alla memoria di chi ci ha lasciato, e darebbe luce ad un episodio di generoso volontariato, un esempio per tanti ventenni di oggi”.
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