Stagione conclusa per gli amici della bici Altosangro
Sfidare la montagna in bici è una cosa normalissima ma domare la madre di tutte le montagne del centro-sud non è facile per niente perché stiamo parlando di quel “mostro sacro” qual è la Maiella con i suoi 2200 metri di altezza. Anche quest’anno gli Amici della Bici Altosangro si sono dati appuntamento a Roccamorice ai piedi di quella maestosa ed implacabile salita lunga oltre 20 chilometri per chiudere la stagione ciclistica e farlo nel migliore dei modi rendendo omaggio alla montagna più temuta e più ricca di storia, da quella ciclistica e sportiva a quella più importante legata all’unità d’Italia ed alle sue successive e tristi vicende.
Ma cos’è che rende la Maiella più importante rispetto alle altre montagne più conosciute d’Abruzzo?
Una lunga storia, perché su questa montagna venne scritta una pagina amara della storia d’Italia, quella fase del risorgimento in cui le truppe dell’esercito piemontese combatterono il brigantaggio e ogni forma di resistenza Borbonica, sono ancora leggibili alcune frasi incise sulla roccia in quel periodo da quei briganti che in realtà altri non erano che dei veri e propri soldati e civili del regno borbonico che non si rassegnavano a quella che consideravano una vera e propria invasione dei piemontesi e dell’esercito Sabaudo nel sud dell’Italia.
Su una di quelle rocce resta bene incisa questa frase: “Leggete la mia memoria per i cari lettori. Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d’Italia. Primo il 60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria”.
Su quella parte della Maiella, lato nord, quella cima meglio conosciuta come Blockhaus così definita da mercenari austriaci al soldo dei Borboni per contrastare già prima dell’Unità d’Italia il fenomeno diffusissimo del brigantaggio, su quella cima siamo saliti in tanti a rendere omaggio a quella montagna ed a tutti quei morti ammazzati in quella che oggi possiamo ben definire come una vera e propria pulizia etnica per mano dei Piemontesi e del Re Vittorio Emanuele II.
Salire in bici su quella montagna e arrivare fino in cima assume un significato che va ben oltre lo sforzo fisico e gli Amici della Bici Altosangro si preparano anche per l’anno prossimo a rendere omaggio a quel “mostro sacro” del Blockhaus. Il prossimo Giro d’Italia farà tappa lassù e forse un qualche merito potrebbe anche appartenerci.
Valter Buzzelli
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