“Tra due minuti le onde” Addio Gino Calgione, Castel Di Sangro ti ringrazia
“Tra due minuti le onde” da quel momento in poi erano solo urla di gioia e sorrisi stampati sulle labbra. Un richiamo irresistibile con quella voce graffiante, inconfondibile; tutti correvano verso la piscina riscaldata che sfiora appena i due metri di altezza al muretto, pronta ad accogliere centinaia di persone immerse fino al collo.
Il rumore tipico dei compressori che turbinano per formare le onde, ragazzi che saltano appena arriva il dosso d’acqua per non farsi travolgere, il bagnino di turno che si sporge appena sul muretto perimetrale per seguire le eventuali difficoltà in acqua. Questa era la visione dei bagnanti in quel preciso momento.
Poi alzavi la testa e vedi lui, davanti quella cabina elettrica dove ci sono i comandi magici delle onde, i suoi occhiali con le lenti sfumate, la sigaretta sulle labbra e quel sorriso cordiale e amichevole. Lui era semplicemente Gino Calgione, una mente lungimirante racchiusa in un corpo minuto, colui che riusciva a percepire le cose oltre la vista.
Eravamo poco più che adolescenti, i tempi della spensieratezza. Iniziate le vacanze del periodo estivo ci si recava a Prato Cardillo sfoggiando le nostre biciclette nuove. La mia ATALA gialla era decisamente pesante, fatta di un materiale ferroso robusto ed affidabile. I lavori delle piscine di Parco Del Sangro erano quasi ultimati. Era uno spasso scendere dai pendii della vasca che di li a poco avrebbe contenuto il “laghetto del Parco”.
Qualche anno dopo mi recai proprio alle piscine per parlare con Gino. Entrare a far parte dello Staff delle piscine era un obbiettivo ambito a quei tempi; relax, sole e tante ragazze da conquistare. Un lavoro da sogno per un 17enne.
Per tutti noi Gino era l’anima del Parco del Sangro, accanto alla sua immancabile Nicoletta. La sua “casetta” era luogo reverenziale e talvolta preferivi fare il giro largo per evitare di passare li davanti. Un rispetto verso colui che è stato semplicemente il capo. Non alzava mai la voce ma se esclamava “Sangh d Christ” era meglio cambiare aria.
Gino ha saputo regalare a Castel Di Sangro una nuova dimensione, un’attrattiva in alta montagna decisamente improbabile, dove a Castel Di Sangro un giorno piove e l’altro pure. Ha realizzato un sogno per noi ragazzi, un sogno che non dimenticheremo mai.
Buon viaggio Gino!
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