Il punto di vista – Immigrati a Roccaraso: un passo avanti
L’anno scorso, più o meno di questi tempi, quando si seppe che una attività alberghiera di Roccaraso aveva chiesto di ospitare immigrati di colore, ci fu una piccola insurrezione cui seguì una sceneggiata di lungimirante opportunità politica e le cose finirono nel nulla. Gli immigrati arrivarono e continuano ad arrivare. Altre attività alberghiere ospitano questa povera gente e se risponde a verità anche il “Paradiso” si colorerà di nero, tanto! Tanti, forse tantissimi, saranno gli ospiti lassù all’Aremogna a detta di molti. Quest’inverno la neve sarà bianconera in barba ai tanti sciatori napoletani. Miracolo di Higuain?
In quei primi giorni accadde e molti dovrebbero ricordarlo, che il sottoscritto, scevro da ragioni di “opportunità politica”, si pose il problema in maniera diversa e suggerì a chi di dovere di cercare una soluzione di accoglienza al fine di evitare che queste persone, vivendo a lungo andare in uno stato di ozio alienante, potessero dedicarsi ad atti delinquenziali. Fui sonoramente redarguito da più parti e la risposta ufficiale fu che non era possibile attuare una cosa del genere, semplicemente era vietato. Certamente, ma se questo paese si fosse posto all’avanguardia del problema, si fossero suggeriti provvedimenti idonei che andassero oltre l’umanità della semplice accoglienza, sia pur generata da interessi finanziari del privato, forse qualcosa si sarebbe potuto fare e forse i risultati sarebbero arrivati. Già allora esistevano consistenti fondi europei a tal fine utilizzabili. Probabilmente alcuni ultimi deprecabili e pericolosi episodi di violenza non sarebbero accaduti. I membri di questa comunità non avrebbero aggiunto alla litigiosità ricorrente altri motivi per mantenerla viva e vegeta. Per non parlare di pericoli ben più gravi in termini di sicurezza sanitaria che potrebbe svilupparsi “lungo le strade”.
Poi, evidentemente, accade che il problema non è solo di Roccaraso e così in questi giorni è ricorrente la notizia che il Prefetto Mario Morcone, responsabile per il Governo dell’emigrazione, suggerisca di adottare norme che regolamentino l’accoglienza di queste persone con piccoli lavori di manutenzione e pulizia dell’ambiente ed altri ancora che nessuno svolge, che nessuno vuole svolgere e che soprattutto i comuni non possono assicurare in un momento di ristrettezza estrema di risorse. Qualcuno prontamente obietterà: e gli italiani quando lavorano? Forse pochi sanno che i comuni sono vincolati nell’utilizzo di propri fondi da ferrei limiti imposti nell’assunzione di personale a tempo determinato e perciò impossibilitati a compiere pienamente determinati servizi che vengono quindi marginalizzati. I fondi europei citati potrebbero sopperire a tali vincoli e a tali carenze.
C’è il taglio dell’erba lungo strade e muretti dove peraltro gli immigrati albergano giornalmente; i sentieri da ripulire e mettere in sicurezza con piccole opere murarie a secco laddove necessario; la raccolta di vegetazione secca sotto i boschi adiacenti il centro abitato e rimasta pericolosamente sul terreno, visto che non serve più a nessuno, dato il comodo e ormai generalizzato riscaldamento a gas metano; oppure la spalatura della neve per mettere in sicurezza tempestivamente durante l’inverno i marciapiedi. In tema di accoglienza non può sfuggire un episodio encomiabile, da elogiare senza se e senza ma, quello di una signora di Roccaraso che si è prontamente adoperata per insegnare l’italiano a costoro. E’ stato un atto di puro e spontaneo volontariato. E’ accaduto, poi che candidatasi alle scorse elezioni è stata prontamente punita.
Ecco, questa è la Roccaraso odierna, con i suoi piccoli problemi di accoglienza e che si rivela altresì incapace di mettere in atto una serie di iniziative strutturali ed efficaci che possano contribuire alla ripresa dell’ospitalità turistica, che tanto necessaria si sta rivelando in questi giorni di raggiunto decadentismo turistico.
La situazione può piacere o no, ma va governata per non incappare in guai peggiori e a volte irreparabili. L’accoglienza è nelle nostre radici, ma l’abbiamo dimenticato. Però una speranza c’è e non disperiamo più di tanto, tra un po’ si alzerà nell’aria il cinguettio di Emma che segnerà e rallegrerà l’inizio della stagione fredda.
Ugo Del Castello
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