Pietransieri, “Arriviamo a Garibaldi”?
E’ una vita, una lunga vita che a Pietransieri sento parlare di “Garibaldi”, che non è poi, proprio lui, l’eroe dei due mondi, ma un masso roccioso, vicinissimo al paese, a un paio di curve verso Roccaraso. Ne ho sentito parlare come meta di brevi passeggiate, punto di riferimento di incontri… una specie di pietra miliare, insomma.
Il vento, la neve, la pioggia lo hanno “scolpito” inconsapevolmente nel corso di millenni, (il tempo non ha fretta, è molto paziente) dandogli da un lato, ho sentito sempre dire, le sembianze di Garibaldi. Sicuramente prima che Garibaldi stesso venisse al mondo, si dovrebbe dire perciò che è Garibaldi a somigliare a quel “viso”.
Non si poteva perciò dire allora: “Arriviamo a Garibaldi”?, ma a “a ru colle d ru Pugnarese”, nei paraggi, se si voleva indicare quella località. Disquisizioni a parte, le origini di tale denominazione non sono troppo lontane nel tempo; restano però nell’incertezza per giovani e meno giovani. “Forse un turista di passaggio”? – ha prima pensato un po’ e poi detto uno. “Forse degli alunni durante un’escursione”? – ha azzardato un altro -. Anche i pensieri vagano quando si è “a riposo” (dopo le battaglie della vita! (anche se la guerra è sempre in corso!)) e personalmente ho pensato invece a un pastore solitario sul dolce pendio, all’altro lato della strada, proprio di fronte al roccione. Doveva avere avuto tanto di quel tempo per contemplarlo!
Alla fine scoprì, col fiato sospeso, immagino, dei tratti umani. Forse non sapeva nemmeno dell’esistenza di Garibaldi! Ma è solo una mia vaga ipotesi, di chi ha tanto di quel tempo per pensare, proprio come il pastore quello… di guardare! Il luogo non mi ha mai eccessivamente incuriosito, ma all’improvviso, l’estate appena trascorsa, durante una passeggiata, quasi un raptus, mi spinse a fare un sopralluogo sul basso colle per scoprire finalmente “Garibaldi”. Già dall’inizio non notai nulla; il solitario roccione che mi avevano indicato era assolutamente privo dei connotati descritti: solo grossi ciuffi d’erba, arbusti tutt’intorno e un lato (proprio quello che guarda verso la strada e che mi avevano detto essere quello giusto) coperto, anzi schiacciato, da alberi. Perplessa e caparbia mi misi a girargli intorno, a fissarlo da angolazioni diverse, perfino, con un bastone, a tentare di scostare, almeno un po’, i robusti rami.
La mia perlustrazione risultò inutile. Non mi aiutò nemmeno qualche vecchia foto scattata prima che quegli alberi lo coprissero. Qualcuno ci rise un po’ sopra alla richiesta di una foto, poi, per gentilezza forse, cercando, cercando su Facebook, ne scovò una, ma era di quando lì sopra, girarono un celebre film, e pure qui, di “Garibaldi”… nemmeno l’ombra!
E concluse, al termine della sua ricerca: “Forse Garibaldi, di passaggio da queste parti, si era solo seduto su quel masso per riposarsi un po’”. Se vogliamo continuare a sorridere un po’ anche noi con qualche considerazione postuma dobbiamo convenire che Garibaldi non avrebbe preteso un viso “levigato” dall’estetista, anzi l’avrebbe sicuramente infastidito, ma non avrebbe nemmeno tollerato che grossi e “irrispettosi” rami impedissero al suo fiero sguardo di spaziare intorno e che, durante le bufere di vento, lo schiaffeggiassero perfino! Ma è di pietra e deve soggiacere all’incuria degli uomini!
Un cartello sulla strada, però, senza l’intenzione del richiamo meramente turistico, sarebbe da prendere in considerazione, come un invito “silenzioso, forte e gentile” per far ammirare ad altri ciò che la natura ha saputo fare lassù (previa una ripulita naturalmente, almeno per la visibilità e lasciare il “selvaggio” intorno come “nobile” cornice). Dopotutto non si deve fare la fila, né pagare il biglietto… Mi informarono anche, tra “un’intervista” e l’altra, che il volto è visibile solo da lontano: basta perciò alzare appena lo sguardo! Tutto sommato vale sempre la pena salire su quel pianoro perché, anche se non ti imbatti proprio in “Garibaldi”, ti ritrovi in una nuvola di bellissime farfalle, piccole e grandi, gialle e nere, bianche, arancioni, screziate… che pullulano lassù e che magari non vedevi dai tempi dell’infanzia!
Pietransieri non ti delude mai, ha sempre in serbo qualche sorpresa.
Rosaria Alterio
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