Roccaraso e l’invasione dei 220 pullman: tra esagerazione mediatica e tradizioni dimenticate
Negli ultimi giorni, Roccaraso è balzata agli onori della cronaca nazionale per l’arrivo di 220 pullman che hanno preso d’assalto la cittadina abruzzese, scatenando un dibattito infuocato sui social e sui media. Ma quanto c’è di vero nell’allarme lanciato dalla stampa? E soprattutto, quanto di questa narrazione è frutto di esagerazione e pregiudizi?
Una tradizione che viene da lontano
Chi conosce Roccaraso e la sua storia sa bene che l’arrivo di centinaia di pullman durante le domeniche invernali non è una novità. Già negli anni ’90, la località abruzzese era meta di migrazioni turistiche organizzate, con autobus provenienti da un raggio di circa 100 km che portavano famiglie e gruppi a trascorrere una giornata sulla neve. Non si trattava di sciatori, ma di persone desiderose di godersi un picnic sulla neve, lontano dalle piste e dagli impianti sciistici.
Questa tradizione non è molto diversa da quella che, nelle estati passate, ha visto pullman organizzati dalle stesse zone dell’Abruzzo dirigersi verso il vicino Adriatico per una giornata al mare. Un fenomeno che, però, non ha mai suscitato lo stesso clamore mediatico.
Roccaraso: un paesino, non una metropoli
C’è però una differenza sostanziale: Roccaraso è un paesino di poche migliaia di abitanti, non una metropoli da 3 milioni di persone. Quando centinaia di pullman arrivano in una località così piccola, è inevitabile che si creino disagi logistici. Ma questo non giustifica la narrazione allarmistica che è stata costruita attorno all’evento.
I media nazionali hanno dipinto l’arrivo dei turisti come un’invasione barbarica, utilizzando toni sensazionalistici e, in alcuni casi, denigratori. Termini come “Unni” o “barbari” sono stati utilizzati per descrivere i visitatori, molti dei quali provenienti da Napoli, ma anche da Puglia, Molise e Lazio. Una retorica che sembra riflettere pregiudizi radicati verso il Sud e, in particolare, verso la “napoletanità”, spesso associata a stereotipi negativi.
L’esagerazione dei media e il ruolo delle influencer
L’esagerazione mediatica ha contribuito a creare un clima di tensione, alimentato anche dai social network. Tuttavia, c’è chi prova a stemperare gli animi. L’influencer Rita De Crescenzo, ad esempio, ha invitato a maggiore sensibilità e attenzione per le prossime visite sulla neve, ricordando che il turismo è una risorsa preziosa per le località montane.
Intanto, gli organizzatori si preparano a una nuova ondata di visitatori, con un limite di 100 pullman previsti per la prossima settimana. Sarà interessante vedere come Roccaraso e i suoi abitanti affronteranno questa nuova sfida, cercando di bilanciare l’accoglienza turistica con la sostenibilità del territorio.
Conclusioni: tra tradizione e modernità
Quella di Roccaraso è una storia che parla di tradizioni dimenticate e di come i media possano distorcere la realtà per creare narrazioni sensazionalistiche. L’arrivo dei pullman non è un’invasione, ma il segno di un’abitudine radicata nel tempo, che merita di essere gestita con intelligenza e rispetto.
Alla luce di quanto accaduto sarebbe più utile riflettere su come migliorare l’organizzazione e l’accoglienza, trasformando un potenziale problema in un’opportunità per far conoscere e valorizzare una delle perle dell’Abruzzo.
E chissà che, tra qualche anno, non si guarderà a queste domeniche sulla neve come a una delle tante tradizioni che rendono unico il nostro Paese.
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