Coronavirus, ecco la mascherina made in Agnone
Lei è una sarta di Agnone che da tempo confezionava mascherine per i professionisti locali soprattutto per medici e dentisti che ne fanno largo uso, ora con l’espandersi del coronavirus ne ha confezionate oltre millecinquecento in un paio di giorni.
Mascherine personalizzate che sono andate a ruba anche per i messaggi di speranza che la stessa ha ricamato sulle bende. “#celafaremo” la scritta che spicca su molte mascherine ma anche nome e cognome di chi le indossa, dell’associazione che le acquista o senza nulla. Confezionate in tantissimi colori: con elastici o fettucce per farle mantenere aderenti al viso; sia per uomini che per donne e particolari quelle per i bambini con disegni dei cartoon. “Mascherine intese non come dispositivo medico, ma di un prodotto che può comunque essere un valido aiuto in mancanza di quelle sanitarie” ci dice la sarta agnonese.
Visti i prezzi arrivati alle stelle in alcuni negozi e lo sciacallaggio in atto sulla vendita di un prodotto che dovrebbe costare pochi centesimi diventa più che economico acquistare mascherine artigianali che possono esser lavate ogni giorno e riutilizzate. “Bisogna però fare molta attenzione a gestire bene questi dispositivi” ha dichiarato all’Adnkronos il chimico Matteo Guidotti dello Scitec Cnr.
“Le mascherine – ha aggiunto – nascono come dispositivi ‘usa e getta‘ ma in questa circostanza è complesso consumarne troppe, ciò che va fatto è non introdurla in casa quando si rientra dall’esterno, maneggiarla con prudenza, non poggiarla su tavoli o superfici – sottolinea il chimico dell’Istituto di scienze e tecnologie chimiche Scitec-Cnr di Milano – All’esterno della mascherina – spiega Guidotti – sono infatti ‘filtrati’, trattenuti i patogeni che non andrebbero ovviamente portati nell’abitazione o negli uffici. Andrebbero quindi lasciate all’esterno, come le scarpe“.
Ma intanto l’idea della sarta agnonese sta sempre più avendo successo nella cittadina alto molisana.
Vittorio Labanca
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