Coronavirus, i sindacati bacchettano le banche e chiedono il rispetto delle norme
Sono dovuti intervenire a brutto muso i sindacati di categoria per evitare che i clienti degli istituti di credito molisani, venissero convocati dagli impiegati per appuntamenti di tipo commerciale, nonostante i severi accorgimenti dettati dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri sull’emergenza coronavirus. Alla nostra redazione sono stati segnalati alcuni casi anche ad Isernia.
«Questo è il momento di un’assunzione di responsabilità verso i lavoratori e verso il Paese. Le misure previste dal governo su tutto il territorio nazionale per il contenimento del coronavirus devono essere applicate nel modo più rigoroso. Ma non basta. Chiediamo ad ABI, a Federcasse, a ciascuna Banca, all’Agenzia delle Entrate ed a Riscossione Sicilia di azzerare la mobilità del personale e ridurre al minimo necessario la presenza fisica nei luoghi di lavoro, per garantire il solo servizio pubblico essenziale, in modo da prevenire la diffusione del contagio. È inaccettabile che in questa situazione di emergenza, sipretenda cinicamente di sollecitare i clienti a venire in banca per raggiungere anacronistici obiettivi commerciali». Lo dichiarano i segretari generali dei sindacati dei bancari e riscossione Lando Maria Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First Cisl), Giuliano Calcagni (Fisac Cgil), Massimo Masi (Uilca Uil), Emilio Contrasto (Unisin). «Non si tratta solo di circoscrivere a casi eccezionali gli spostamenti dal comune di residenza per comprovate esigenze lavorative. È fondamentale riorganizzare il lavoro e i luoghi di lavoro in modo che il ricorso allo smart working sia il più largo possibile sino alla fine dell’emergenza sanitaria.
Lavorare da casa deve essere la regola, non l’eccezione: solo così si tutela davvero la salute dei lavoratori e della clientela. L’assenza fisica dal luogo di lavoro, a qualunque titolo, non deve comportare alcuna penalizzazione sul piano retributivo, vogliamo quindi il riconoscimento di speciali permessi. Chiediamo inoltre che siano definite regole certe, stringenti e omogenee per tutte le aziende per garantire la sicurezza delle persone (lavoratori e clienti) negli uffici e nelle agenzie che operano a contatto con il pubblico, a partire dalle distanze minime e dalla durata massima dei contatti previsti dalle norme sanitarie. Ciascuna Azienda ha una responsabilità diretta per la salute e la sicurezza delle lavoratrici, dei lavoratori e dei clienti» concludono i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.
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