Furto sacrilego ad Ateleta: sfondano la porta della sacrestia per rubare poche centinaia di euro
Furto sacrilego ad Ateleta. Il gesto è stato compiuto la notte scorsa dentro la Chiesa di San Gioacchino, il simbolo dei credenti ateletesi. Per il codice penale, rubare è un reato, per la religione cristiana è certamente un peccato. Ad Ateleta si chiedono se l’atto commesso nella casa del Signore ha l’aggravante. Una reazione emotiva comprensibile per quanto si è rimasti turbati nel paese sangrino.
Ma ai professionisti dello scasso poco importa se il luogo è sacro o meno e senza tanti complimenti, nel cuore della notte, hanno sfondato la porta in legno nel retro della Chiesa per entrare direttamente in sacrestia. Qui, Don Nicola Perrella custodiva dei contanti, circa 500 euro, forse proprio quello che cercavano gli autori del furto. L’anziano parroco stamane alle 08.45, entrando nel luogo sacro dal portone principale, per officiare la funzione religiosa del mattino, non si era accorto di niente, sembrava tutto in ordine.
La realtà è stata diversa quando è entrato nell’ufficio parrochiale dove ha capito subito quello che era successo rimanendo allibito. I malviventi, pare, che non si siano solo “accontentati” dei contanti e forse hanno sottratto anche alcuni oggetti sacri.
Il sospetto è che gli autori dello scasso conoscessero le abitudini del parroco. Sul luogo sono intervenuti i carabinieri della stazione di Ateleta e del nucleo radiomobile di Castel di Sangro, coordinato dal Luogotenente Mario Minchella. Sgomento tra gli abitanti quando si è diffusa la notizia: “Il fenomeno oltre ad essere preoccupante è dilagante e ciò che fa rabbia è che ci si sente impotenti davanti a questo esercito notturno di delinquenti che operano incessantemente in tutto il territorio” è lo sfogo di un cittadino di Ateleta. In paese, già si pensa ad organizzare una colletta per far recuperare la somma rubata a Don Nicola.
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