Il Patini – Liberatore alla scoperta dei luoghi confiscati alla mafia
La lotta alle mafie si sviluppa anche attraverso la scuola con i viaggi d’istruzione nelle terre confiscate alla malavita organizzata. L’istituto d’istruzione superiore Patini – Liberatore di Castel di Sangro è volato nell’Alto Belice con le classi terze e quarte per visitare i luoghi simbolo della battaglia a Cosa Nostra.
In Sicilia sono sbarcate le sezioni del liceo scientifico scienze applicate, bilinguismo e sportivo assieme alle sezioni del professionale, indirizzo MAT, e del tecnico con indirizzo turismo e sistemi informativi aziendali. Più di 180 ragazzi hanno visto con i propri occhi il lavoro svolto da Libera, l’associazione di promozione sociale presieduta da don Luigi Ciotti che dal 1995 è in prima linea nella lotta alla criminalità mafiosa.
Attraverso il programma di Libera, “il G(i)usto di viaggiare”, gli studenti del Patini – Liberatore hanno avuto l’opportunità per conoscere da vicino la realtà del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie e il territorio circostante, visitare le cooperative di Libera Terra e assaporare alcuni dei prodotti nelle aziende agrituristiche Libera Terra.
Gli alunni hanno prima visitato il Laboratorio della Legalità, che ha sede all’interno di un bene confiscato alla mafia nel Comune di Corleone. Poi sono stati ospiti presso l’azienda agrituristica Terre di Corleone che nasce su quasi 300 mq confiscati al boss Totò Riina.
L’agriturismo è stato affidato alla cooperativa sociale Pio La Torre Libera Terra anche grazie al finanziamento del ministero dell’Interno. Assieme alla visita dei luoghi simbolo dell’Alto Belice Corleonese gli studenti hanno avuto modo di ascoltare le storie collegate ai reati di mafia e i loro protagonisti: da Giovanni Falcone e la strage di Capaci a Paolo Borsellino e la tragedia di via D’Amelio, senza dimenticare anche vittime come Giuseppe Impastato e Mauro De Mauro.
l.c.
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