Molise: più importante l’orso bruno o tutelare la caccia al cinghiale?
Tutelare la caccia al cinghiale o l’orso marsicano? Secondo il delegato alla caccia è più importante la prima, visto che è riuscito, con un artificio in II commissione, ad emendare il regolamento venatorio nonostante la legge regionale n.19/1993 stabilisce chiaramente che solo la Giunta può redarre il documento ufficiale e la Commissione competente deve solo rilasciare un parere preventivo.Ma evidentemente i numerosi cacciatori della zona sono riusciti a convincere i sindaci dei Comuni molisani nell’area contigua al PNALM (Parco nazionale Abruzzo Lazio Molise) ad intercedere col neoconsigliere delegato Di Pietro, attraverso una nota scritta che non considera minimamente la tutela dell’Orso.
“Conosciamo i problemi che i cinghiali arrecano all’agricoltura, ma non possiamo, per sopperire a una grave difetto dell’Amministrazione regionale sulla ennesima mancata introduzione della caccia al cinghiale di selezione, come vedremo ribadito con forza anche dall’ISPRA, permettere liberamente la caccia in braccata all’animale, considerata da tutte le associazioni ambientaliste e animaliste, uno dei principali fattori che mettono a rischio l’orso marsicano, specie particolarmente protetta, sia dalla Legge nazionale sulla caccia sia dalle Direttive europee sulla fauna ed habitat.Invece il consigliere Di Pietro pronuncia incredibilmente queste parole“siamo riusciti a rispettare gli impegni assunti con tutti i soggetti di questo affascinante mondo”.
Leggiamoli questi “impegni” richiesti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), istituto autorevole in materia e interpellato ufficialmente dalla Giunta per un parere preventivo alla prima stesura del calendario venatorio. Tra le tate indicazioni, dedica particolare attenzione all’Orso bruno:
“in riferimento all’Orso bruno marsicano, per quanto concerne l’attività venatoria all’interno dell’area contigua del PNALM, vista la situazione di particolare criticità in cui versa questa specie e il concreto rischio di estinzione che caratterizza la popolazione (come evidenziato dal 3° rapporto direttiva habitat che l’italia ha inviato alla commissione europea nel dic 2013), visto “Il protocollo d’intesa per l’attuazione delle priorità previste nel piano d’azione per la tutela dell’orso bruno marsicano PATOM” sottoscritto dalle regioni abruzzo lazio molise e il Ministero ambiente, visto il “Protocollo per la tutela dell’orso bruno marsicano e il miglioramento della gestione venatoria – 2014-2018” sottoscritto da tutte le associazioni venatorie, Ispra e il Mattm, si ritiene di suggerire l’attivazione delle seguenti prescrizioni, così anche da garantire un’omogeneità rispetto alle analoghe misure prese dalla regione Abruzzo:
-prevedere il prelievo del cinghiale esclusivamente in (A) forma individuale, da appostamento fisso e/o alla “cerca” con carabina munita di ottica di puntamento e senza l’ausilio dei cani; (B) forma collettiva mediante Girata (una tecnica di prelievo in forma collettiva che prevede la partecipazione di un numero minimo di cacciatori (5-12 unità) e di un unico cane che ha la funzione di “limiere”)
– al fine di assicurare la correttezza tecnica e la sicurezza delle operazioni di girata, ciascuna squadra dovrebbe operare in una zona di caccia al cinghiale fissa, assegnata in via esclusiva alla medesima
– si sottolinea come l’introduzione del prelievo in selezione dei cinghiali nell’area contigua o nelle aree critiche di presenza dell’orso al di fuori di essa potrebbe contribuire attraverso una programmazione differenziata della caccia in termini di tempi e tecniche utilizzate alla riduzione degli impastti negativi causati dal cinghiale nei confronti dell’ambiente naturale e delle attività produttive . Pertanto si auspica che codesta Amministrazione riveda il calendario venatorio inserendo il prelievo in selezione del cinghiale che potrà essere realizzato coerentemente con la normativa vigente e nel rispetto dei principi di carattere biologico.
A noi risulta invece che la Giunta e il delegato alla caccia hanno ceduto a richieste che ignorano tali indicazioni e sono in contrasto con i principi basilari della legge quadro 157/92. Ancor prima però si evidenzia la fondamentale inefficienza delle amministrazioni regionali e provinciali sull’istituzione dei corsi per brevetti da conduttori di cani “limieri” e soprattutto sulla redazione di un nuovo Piano faunistico, visto che l’ultimo, ormai scaduto, risale al lontano 1998. Il Piano faunistico venatorio infatti è lo strumento con cui le province e la regione realizzano gli obiettivi della pianificazione faunistico venatoria, mediante la destinazione differenziata del territorio; contiene quegli elementi essenziali previsti dalle normative vigenti indispensabili per la conservazione e gestione del patrimonio faunistico che è ricchezza di tutta la collettività. Tra questi figurano i criteri per la determinazione del risarcimento dei danni causati dalla fauna alle attività agricole e quelli per l’incentivazione degli interventi di miglioramento ambientale.
Per tutti questi motivi, ritenendo che in riferimento alla tutela dell’Orso Marsicano nella zona contigua del Parco Nazionale Abruzzo-Molise non siano state recepite indicazioni sostanziali fatte da parte dell’ISPRA alla Regione, abbiamo presentato una mozione in Consiglio per far sì che la Giunta ripristini il calendario in base alle indicazioni dell’Istituto. L’Orso bruno, sottospecie endemica presente nell’Appennino centrale, è tuttora ritenuta ad alto rischio di estinzione. Tutte le ricerche più recenti hanno evidenziato l’unicità della popolazione appenninica tra quelle europee della specie. Appare quindi sempre più pressante ed evidente la necessità, non solo di interventi pragmatici diretti alla sua salvaguardia, ma anche di una diffusione e sensibilizzazione alla cultura dell’orso bruno.
Il fatto di ignorare qualsiasi metodo sostenibile alternativo all’abbattimento dei cinghiali, permettendo la caccia al cinghiale in braccata, e l’aver scollegato la delega alla caccia da quella dell’agricoltura così palesemente interdipendenti, dimostra il totale disinteresse di chi ci governa nell’affrontare i reali problemi che affliggono il mondo della caccia, l’agricoltura e l’ambiente”.
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