Difendere la sopravvivenza dei presidi di polizia è una necessità che sfocia in obbligo, soprattutto, nelle aree interne di Altosangro e Altomolise. La politica convenzionale ragiona esattamente all’inverso rispetto alle logiche del buon senso, applicando criteri di razionalità laddove non è necessario e – ovviamente – guardandosene bene a ridurre privilegi e compensi della loro classe dirigente.

Come si possono sopprimere i distaccamenti delle forze dell’ordine quando ogni giorno avvengono furti e razzie di ogni genere? Nell’Italietta della recessione e delle incoerenze c’è posto per queste e tante altre assurdità condite dall’incompetenza dei “tecnici” assoldati con la moneta dei contribuenti.

Sulle pagine di fb di un gruppo cittadino, tempo fa, si era accesa una discussione sull’opportunità di far intervenire le bande dei vari corpi di polizia in occasioni di manifestazioni di un certo rilievo. Indubbiamente, la presenza è sempre gradita, ed è innegabile che diano lustro e prestigio ad eventi importanti. I musicanti però hanno dei costi: rimborsi dei pasti, diaria oraria/ giornaliera, carburante, autostrada. Non ultimo l’usura degli automezzi per il trasporto. E’ ancora possibile sostenere questi costi nell’Italia della crisi?

Ad Isernia, la Polizia stradale non ha più le automobili per far uscire le pattuglie ed assolvere ai compiti istituzionali Leggi QUI

Razionalizzare è una necessità fondamentale ma che si faccia con contezza, caro ministro di una coalizione indefenibile educatamente, espressione di una non volontà di noi vittime italiane. E allora: cosa fare? Italianamente parlando, si deve far sentire la volontà popolare a suon di petizioni, perchè il poltico di “razza” non è un cittadino di questa terra: egli vive in un’altra dimensione, attorniato da problematiche di ben altra entità.

La speranza è che la prossima petizione sia promossa per mandare a casa, e al più presto, l’attuale classe dirigente e tornare alle urne prima del 2018. Già, dimenticavamo che “maggioranza” e “minoranza” stanno insieme “appassionatamente”. Come non detto: si continui a belare!