Poste, Cisl: “E’ necessario ripensare alle privatizzazioni delle aziende di Stato”
“Ma chi l’ha detto che affidare servizi pubblici alle imprese private sia una valida soluzione? È tutto da dimostrare che una gestione privatistica sia conveniente per il cliente consumatore, riduca le tariffe, migliori il servizio all’utente e, al contempo, possa far risparmiare le casse pubbliche. Anzi, molte privatizzazioni selvagge ed avventate si stanno rivelando un vero fallimento.
Su questi argomenti delicati, vogliamo che vi sia un dibattito democratico” – riferisce il Segretario della CISL Poste di Abruzzo e Molise Antonio D’Alessandro -, “che le proposte siano trasparenti e le soluzioni condivise, specialmente in questa complessa fase di propaganda elettorale. È necessario, nei vari programmi elettorali, non solo il ritorno a politiche pluraliste e “socialiste”, che possano rimettere al centro del dibattito politico, fra le altre questioni, anche il tema dei servizi pubblici affidati ai privati”.
“Gli approfondimenti su tali argomenti – precisa il sindacalista – dovrebbero partire da sinistra, il dibattito si deve spostare sul fronte moderato e, soprattutto, tra i liberali, per finire tra i movimenti. È necessario fare degli approfondimenti realistici e autentici, verificando nei fatti la situazione di alcune aziende che gestiscono il servizio pubblico senza oculatezza e responsabilità sociale, magari pagando più dividendi di quanti siano i profitti totali. Ci si renda conto del fatto che, sempre più spesso, la ricerca della remunerazione degli azionisti a tutti i costi porta le imprese a manovre finanziarie che rischiano di fare a pugni con le esigenze di un servizio pubblico, circostanza che l’attuale sistema finanziario esasperato, frutto del capitalismo iniquo, cerca di far accettare come conseguenza inevitabile di un’economia ormai predominante.
Il dibattito deve entrare nell’arena politica, bisogna capire dove stiamo andando e affrontare con limpidezza il tema delle privatizzazioni in Italia. Nel futuro le istituzioni, nei dipartimenti governativi, potranno pensare di esternalizzare un servizio solo se sarà dimostrato che questo sia realmente fallimentare, con danno per i fruitori, ma solo dopo attenta ed approfondita analisi e, soprattutto, coinvolgendo nei processi i rappresentanti dei lavoratori, unici in grado di rendersi conto delle reali falle operative di un sistema produttivo.
E, d’altra parte, è necessario oggi, affrontare il dibattito sulla necessita di riportare allo Stato la gestione di importanti settori strategici, nazionalizzando alcuni servizi come quelli postali, ferroviari, idrici e dell’energia. Una scelta in contro tendenza, ma non una mossa azzardata, poiché alla base vi è la necessità di dare servizi certi, convenienti e di qualità ai cittadini europei”.
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