Carmine Valentino Mosesso: Neo Edizioni pubblica “La terza geografia”, la dimensione dell’anima
Carmine Valentino Mosesso ha 27 anni e vive a Castel del Giudice dove ha fatto ritorno dopo la laurea in Agraria. È socio fondatore di un’azienda agricola gestita insieme alla sua famiglia. Alla cura dei campi e degli animali, affianca un forte impegno civile e politico per il riscatto dei paesi dell’Italia interna e dei territori cosiddetti marginali. Da oggi, in libreria il suo primo libro di poesie intitolato La terza geografia e pubblicato dalla Neo Edizioni di Castel di Sangro.
Abbiamo raggiunto Carmine e gli abbiamo fatto qualche domanda in esclusiva per TeleAesse nel giorno dell’uscita ufficiale delle sue poesie.
- Qual è il ruolo della poesia nel nostro tempo?
Platone affermava che mentre la pittura è fatta per la vista, la poesia nasce per essere detta, è destinata alle orecchie. La poesia è antecedente alla letteratura strutturata, è una radice che arriva a noi dalla tradizione orale. È fatta per entrare nella carne delle cose, per avvicinarci all’essenziale.
- La terza geografia: perché questo titolo?
Innanzitutto geografia sta per terra scritta, descritta. Quando ho iniziato a familiarizzare con la questa disciplina, da subito, ho avuto la sensazione di poterla riassumere in tre grandi sfere. La prima, è sicuramente la geografia della materia, la cosiddetta geografia fisica: pietre, fiumi, montagne. La seconda è la geografia misurata, misurabile: economica, politica. La terza, a cui sono più affezionato, le tiene insieme tutte aggiungendo l’intimità con il luogo e con i tanti luoghi che la compongono. Ognuno di noi ha la propria geografia. Una terra scritta dall’immaginazione, che si materializza e dematerializza nello sguardo, nell’impressione, negli occhi del cuore e della pelle.
- Perché i luoghi e i paesi sono così centrali nei tuoi versi?
Un villaggio globale sarebbe troppo grande per uno che riesce a perdersi anche in un piccolo paese d’appennino. Per appartenere, per sentirmi parte del mondo ho bisogno di una radice, di un luogo in cui tornare. Come il bosco per un animale, il mare per i pesci, i luoghi tornano a avere senso soltanto se poi un senso sappiamo darglielo.
- Perché qualcuno dovrebbe scegliere di tornare nei paesi?
Per la dimensione. E per dimensione non mi riferisco solamente alla dimensione materiale. Nei paesi è possibile ritrovare un’altra dimensione del vivere, dell’abitare insieme.
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